Stasera, in un certo senso, continuiamo la riflessione iniziata ieri. Se ieri meditavamo sull’importanza di avere la lampada accesa, stasera siamo aiutati a meditare sul grande tema della luce, grazie a una preghiera sempre di santa Caterina.
«O Deità eterna, o alta eterna Deità, amore inestimabile: nella tua luce ho veduto la luce; nella tua luce ho conosciuto la luce. Nella tua luce si conosce la causa della luce e la causa delle tenebre: tu sei la causa di ogni luce e noi siamo la causa delle tenebre. Nella tua luce l’uomo conosce ciò che opera la luce nell’anima e ciò che vi operano le tenebre. Sì, meravigliose sono le tue opere, o Trinità eterna: e si conoscono nella tua luce, perché procedono da te che sei luce.
Oggi la tua verità, con ammirabile chiarezza, mi mostra la sorgente delle tenebre, ossia il fetido vestimento della volontà propria; e mi mostra il mezzo che mi fa conoscere la luce, ossia il vestimento della tua dolce volontà. È veramente cosa mirabile che, mentre siamo nelle tenebre di questa vita, conosciamo la luce, e nelle cose finite conosciamo le infinite, e trovandoci nella morte conosciamo la vita. La tua verità ci mostra che, come quando noi ci togliamo il vestito lo arrovesciamo, così se l’anima vuole perfettamente rivestirsi di te, deve spogliarsi della propria volontà. E in che maniera se ne spoglia? Con la luce che si acquista esercitando il lume della fede che abbiamo ricevuto nel santo battesimo, usando quella mano che è il libero arbitrio, dopo che nella luce abbiamo veduto la luce. E da chi riceve l’anima questa luce? Solo da te che sei luce. Questa luce tu ce l’hai mostrata velandola sotto il velo della nostra umanità. E che cosa riceve l’anima che si veste di questa luce? Si libera delle tenebre, della fame, della sete e della morte: con la fame delle virtù caccia la fame della propria volontà, con la sete del tuo onore caccia la sete del proprio onore, e con la vita della grazia caccia da sé la morte della colpa e della propria perversa volontà […]. Alta eterna Deità, donaci la tua dolce benedizione. Amen (SANTA CATERINA DA SIENA, Orazione XVIII).
Credo che pochi temi siano di importanza decisiva come la luce. Per chi vuole approfondire, segnalo “Gaudium et spes” 22 (è sottolineato lo stretto legame tra il mistero di Cristo e il mistero dell’uomo) e la “Veritatis splendor”, che tra l’altro ci ricorda che il più alto compito dell’uomo di oggi e di ogni tempo consiste nel tenere sempre la propria coscienza nella luce di Dio. Spesso si afferma che conta essere uomini di coscienza, cioè uomini fedeli alla propria coscienza. Sono concetti tanto affascinanti quanto ambigui e pericolosi. Io devo piuttosto costantemente chiedermi se la mia coscienza è nella luce o nelle tenebre. Se la mia coscienza è al buio e io la seguo, vado incontro al mio massimo fallimento. Ovviamente questo argomento delicatissimo è al centro del mio Manuale (vi segnalo la voce “Luce” nell’Indice analitico, p. 706).
Vi dono tre piccolissime domande.
• So quali sono i mezzi per formare la mia coscienza?
• Li uso?
• La luce, che Dio mi dona, la tengo per me o sono consapevole che di questo immenso dono sono debitore verso i miei fratelli?