Temo che molti abbiano trovato difficile o troppo impegnativa l’udienza di san Paolo VI. Mi è difficile farvi capire come mi sta a cuore che siano approfonditi questi temi e come ritengo indispensabile – in questi tempi caratterizzati dalla confusione e dalla divisione – rifarci agli insegnamenti di Montini e di Wojtyla, in particolare.
Stasera ho deciso di alleggerire un po’ il mio pensiero e così vi propongo un racconto, che mi sembra molto interessante. Ve lo presento in occasione della festa di san Giovanni apostolo, che di Gesù ha fatto un’esperienza davvero stupenda. Ecco, io penso che in questo consiste il Cristianesimo: nel fare esperienza della Sua Persona, sentire il suo sguardo, la sua voce, il suo Amore e così, e solo così, possiamo superare ogni difficoltà, stanchezza, delusione e tentazione. Probabilmente molti conoscono già questo racconto. Riguarda specificamente i monaci, ma sapete che io non ritengo la vita monastica molto diversa dalla vocazione che il Signore ha per ciascuno di noi. Voglio anche sottolineare il libro da cui ho tratto questo racconto. L’autore è un padre gesuita, grandissimo esperto di esercizi spirituali. Credo che poche esperienze come quella degli esercizi spirituali possano essere un’occasione privilegiata per un vero incontro col Signore. E tutto questo si collega col tema della coscienza! Se non incontro Gesù nel profondo del mio cuore, certamente non lo incontrerò nella confusione, nelle assemblee, nelle riunioni…
«Ricordiamo l’episodio molto significativo del monaco copto che nel III secolo chiese ad un confratello come mai tanti abbandonassero la vita monastica. Ecco la risposta. Un cane vede una lepre e così le corre dietro abbaiando a tutta forza. Molti altri cani si uniscono a lui e corrono tutti insieme. Un po’ alla volta quelli che non hanno mai visto la lepre si stancano e uno dopo l’altro si fermano e tornano indietro. Solo quelli che hanno davvero visto la lepre continuano la corsa. Una cosa è il cane che ha visto la lepre e altra cosa sono quelli che hanno visto solamente il cane che l’ha vista. Così coloro che hanno messo gli occhi nella persona del Cristo crocifisso perseverano fino in fondo nella vita monastica» (FRANCESCO ROSSI DE GASPERIS, Sentieri di vita. La dinamica degli Esercizi ignaziani nell’itinerario delle Scritture. 2.2. Seconda settimana. Seconda Parte, Paoline, Milano 2007, pp. 361-362).
In questo racconto è presente anche il tema della perseveranza nella vocazione. Mi sembra importante in un tempo in cui si mette in discussione il valore del celibato sacerdotale e con tanta frequenza si tradiscono gli impegni della vita coniugale, sacerdotale e religiosa o più semplicemente si pensa che la libertà consista nel… mantenersi liberi da tali impegni!
MARCELLO DE MAIO