Pensiero serale del 24-03-2024

Oggi ascoltiamo una pagina del Vangelo molto lunga, ma soprattutto molto dolorosa e luminosa. Ero incerto sul pensiero da spedirvi (per non “appesantirvi” ulteriormente), poi all’improvviso ho ricordato una bellissima esperienza che abbiamo vissuto a Battipaglia nelle scorse settimane (ve ne ho parlato lo scorso 6 marzo) e ho scelto di spedirvi una preghiera piuttosto breve e apparentemente semplice, ma in realtà estremamente ricca.

 

 

«Padre santo e misericordioso, ti ringraziamo perla testimonianza credibile del Beato Rosario Angelo Livatino, magistrato e martire per la fede.

Ponendosi “sub tutela Dei” e ispirandosi ogni giorno al Vangelo, ha offerto la sua vita, donandoci un luminoso esempio di santità laicale.

Conformato pienamente a Cristo tuo Figlio, come il chicco di grano caduto in terra che muore per portare frutto, ha vissuto la beatitudine dei perseguitati per la giustizia.

Illuminato dallo Spirito Santo, con impegno quotidiano, ha offerto il culto a te gradito attraverso l’amore per la giustizia e la carità per i fratelli.

Per sua intercessione ti chiediamo di saper contrastare le “strutture di peccato” e le varie mentalità mafiose che deturpano l’uomo e minacciano la vita umana, per vivere la beatitudine della giustizia e della pace. Amen».

 

Sono numerosi gli spunti di riflessione che questa preghiera ha suscitato nel mio cuore.

Voglio sottolineare anzitutto un punto. Non basta spendere la vita per una buona causa per essere definito “martire”. Io paragono la verginità al martirio riguardo al valore della motivazione. Conta poco che don Abbondio fosse vergine o che una ragazza sia vergine, se poi è acida o egoista o invidiosa. Conta – sia nella verginità sia nel dare la vita – la motivazione. Conta farlo per Gesù, per il Paradiso, per la gloria di Dio. Mi limito a ricordarvi Mt 5,11 (notate il “per causa mia”) e Mt 19,12 (certo eunuchi, ma per il regno dei cieli!).

Inoltre è evidenziato il senso della vita di ogni persona: progredire nel conformarsi a Gesù (tutto il resto vale davvero poco!).

Poi c’è un elemento che mi ha fatto pensare a Massimiliano Kolbe. Il frate conventuale e il giudice siciliano erano persone molto diverse, ma entrambi non hanno improvvisato il loro donare la vita. Certo sono morti per amore, ma soprattutto hanno saputo spendere tutta la loro vita nella sequela del Signore.

Infine voglio farvi notare il cenno alle “strutture di peccato”. Forse non tutti ne conoscono l’esatto significato. Potrebbe esservi utile il § 22 del cap. XI (le pp. 498-504) del Manuale.

Vi ringrazio di cuore per gli affettuosi auguri che mi avete spedito. Prego per voi e le vostre famiglie perché il Signore in questa settimana davvero speciale vi doni di fare un’esperienza sempre più profonda del suo Amore infinito.