Pensiero serale del 23-02-2024

bibbia

Stasera cominciamo a trattare quella che è probabilmente la parte più importante del testo di Martini. Spero che abbiate notato il titolo del libro: “Davide peccatore e credente”. Ora iniziamo le meditazioni che sono raggruppate in un capitolo che ha il medesimo titolo: “Davide peccatore e credente”.
Nel testo, che ora vi spedisco, Martini evidenzia le gravi mancanze di Davide, ma successivamente si soffermerà in particolare su due peccati, il primo dei quali è difficile da interpretare. Avrete notato che io spesso mi limito a citare alcuni versetti della Bibbia senza riportare il testo integrale. Temo che molti non prendano la Bibbia in mano per leggere i vari versetti, ma vi ricordo che un cristiano è tale solo nella misura in cui legge, medita e mette in pratica la Parola di Dio. Vedrete che stasera Martini segnala vari passi della Bibbia, alcuni dei quali sono quasi sconvolgenti. Inoltre, vi invito a leggere per intero il cap. 24 del Secondo Libro di Samuele. Di questo capitolo, definito da Martini stesso “abbastanza strano” leggeremo poi il commento.
Ci tengo a precisare che vi sto proponendo queste pagine non per un’immensa passione di esegesi biblica fine a se stessa, ma perché sono certo che, meditando con amore e attenzione i testi che vi spedisco, potrete gustare grandi frutti spirituali, a patto che dedichiamo tempo e cuore per questo che è un vero lavoro. Anche per questo sono chiamati “esercizi spirituali”. Gli esercizi fisici richiedono un certo sforzo (oggi le palestre sono molto affollate), ebbene io sono sicuro che gli esercizi spirituali (anche quelli che vi sto proponendo) sono faticosi, ma forse sono i più utili per la nostra vita, se non altro in prospettiva di pace e luce qui e di santità in Paradiso.


«DAVIDE PECCATORE E CREDENTE
O Dio, sei tu il mio Dio, sei tu che mi hai amato per primo, che mi ami, sei tu che mi cerchi e mi desideri. Ma anch’io ti cerco, la mia anima ha sete di te, tu sei il mio bene supremo.
Chi sono, mio Dio, coloro che attentano alla mia vita? (cf Sal 63, 10), che cos’è che spinge la mia anima alla sua perdita e non mi permette di gioire di te, di bere alla tua sorgente, che non mi fa sentire il grido del mio cuore?
Donami di comprenderlo, Signore, in questa giornata di penitenza, alla scuola del tuo servo Davide, peccatore e credente, peccatore ma credente.


Contemplando Davide peccatore noi capiremo qualcosa di noi e potremo così vivere la prima settimana degli Esercizi di s. Ignazio, cioè gli esercizi della penitenza e della confessione. Nelle due meditazioni di oggi rifletteremo su due peccati di Davide. Perché Davide, pur credendo e amando Dio, è uomo crudele, vendicativo, sensuale. Per la sua crudeltà verso i nemici, basta leggere 2 Sam 8, 2.4.5; per la sensualità sono indicativi i brani di 2 Sam 3, 2-5; 5, 12 ss.; e le ultime parole di Davide sono di vendetta (1 Re 2, 5-6).
Tuttavia la Bibbia ci presenta solo due atti di Davide come veri e propri peccati, limitandosi a raccontare il resto senza dare un giudizio. E perciò interessante capire il perché di questo fatto.
Cominciamo col leggere la pagina più difficile (2 Sam 24, 1-25), nello stesso spirito con cui s. Ignazio ci propone il cammino. Egli dice che per cercare la volontà di Dio occorre allontanare da sé tutte le affezioni disordinate (cf annotazione n. 1), nella persuasione che c’è sempre qualche cosa che impedisce all’uomo tale ricerca.
E questa persuasione è ripetuta molte volte, ad esempio dove scrive: “Esercizi spirituali per vincere se stesso e mettere ordine nella propria vita senza prendere decisioni in base ad alcuna propensione che sia disordinata” (titolo n. 21).
Abbiamo infatti già ricordato che la via regale per entrare nella preghiera è il riconoscimento della propria fragilità e indegnità.
Domandiamo dunque allo Spirito santo di purificarci il cuore particolarmente oggi» (CARLO M. MARTINI, Davide peccatore e credente, Centro ambrosiano – Edizioni Piemme, Casale Monferrato 1989, pp. 45-46).

Credo che soprattutto in questo tempo di Quaresima siano preziose le parole di Martini, che si rifa’ a sant’Ignazio: mettere ordine nel proprio cuore e nella propria vita e fare discernimento. In me ci sono affezioni disordinate? Se ci sono, inevitabilmente prenderò decisioni errate, al buio!