Voglio continuare a meditare sulla figura del re Davide lasciandomi aiutare da un grande biblista, il cardinale Carlo Maria Martini, il quale nel luglio 1988 dedicò un corso di Esercizi spirituali proprio alla figura di Davide. Stasera vi spedisco l’inizio di questa predicazione. Egli cominciò col recitare il salmo 63, di cui ora vi riporto l’inizio:
«O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua» (Sal 63,2).
Ecco ora il commento del cardinale, che si conclude con una preghiera molto bella. Certo la nostra situazione è molto diversa. Viviamo 36 anni dopo, non siamo gesuiti e non viviamo nel Ciad (come le persone a cui si rivolgeva l’Arcivescovo di Milano) né stiamo seguendo un corso di Esercizi, ma sono sicuro che queste parole, se le mediteremo, ci saranno di grande giovamento.
«Il Salmo 63 è il simbolo delle nostre meditazioni, perché in esso troviamo la disposizione fondamentale: il desiderio di Dio. Forse sono le parole più belle e più alte messe in bocca a Davide: “Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco”.
All’inizio di queste giornate siamo chiamati a risvegliare in noi il desiderio di te, Signore, di cui Davide è stato uno dei più grandi cantori.
– “Io ti cerco”, nelle antiche versioni, è scritto: “Io sono mattiniero presso di te”, il mio primo desiderio, quando mi sveglio, sei tu. È proprio della nostra psicologia che al risveglio affiori, come primo sentimento, ciò che desideriamo molto o ciò che temiamo molto.
– “La mia anima ha sete di te”. Questo desiderio è paragonato alla sete nel deserto dove, non essendovi acqua, l’uomo la desidera con tutta la sua natura fisica.
– “A te anela la mia carne”, senza di te, sono privo di nutrimento, mi mancano le forze.
Queste parole descrivono l’uomo, ciascuno di noi.
Forse le molte occupazioni quotidiane ci impediscono di coglierlo con chiarezza, ma in realtà abbiamo di Dio una sete inestinguibile che dobbiamo lasciar affiorare.
Diciamo insieme:
Mio Dio, ti prego di risvegliare in me il desiderio di te, che sta in me ed è veramente il più grande desiderio della mia vita. Talora me ne dimentico, e tuttavia so che è l’unico motore della mia esistenza. Ciò che compio, che penso, che esprimo, scaturisce nella sua profondità dal desiderio di te. Ti chiedo per me e per tutti coloro che faranno questi Esercizi di fare emergere il bisogno di te, di lasciarlo sgorgare come acqua fresca e zampillante, per vivere con te, come Davide che ti cantava nella solitudine del deserto di Giuda. Fa’ che il grido che è partito dal suo cuore diventi il nostro grido per ritrovare tutto quanto abbiamo di più vero come persone.
La Vergine Maria, che ha desiderato vedere il giorno del Messia, di vedere il volto di Dio, ci aiuti e ci accompagni perché questo desiderio possa erompere dal cuore ed essere nutrito dalla Parola» (CARLO M. MARTINI, Davide peccatore e credente, Centro ambrosiano – Edizioni Piemme, Casale Monferrato 1989, pp. 12-13).