Stasera vi presento il commento del cardinale Comastri a una frase del brano del Vangelo di oggi. Sono riflessioni molto profonde e impegnative. Mi hanno aiutato a riflettere sul terribile fenomeno dell’ateismo e su Mt 5,8. In un tempo in cui molti uomini di Chiesa non sanno più parlare di morale, il cardinale Comastri ha il coraggio di collegare l’ateismo alla morale.
«Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”» (Gv 1,35-36)
«È una verità perenne. Accanto alla vita di ciascuno passa Dio! Puoi non sentirlo, puoi non vederlo, puoi non crederlo e non amarlo, ma resta la verità: Dio ti passa accanto continuamente. “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). Cristo infatti è Dio tra noi: Egli è qui e nessuna vita è vivibile fuori di Lui. Ma come riconoscerlo? […] Giovanni, esclamando: “Ecco l’agnello di Dio!”, collega la presenza di Dio alla scelta della mitezza, della bontà, del sacrificio, della croce. […]
Prova ad accostarti al debole, al povero, all’ammalato: ci sentirai una pienezza interiore che null’altro è, se non presenza di Dio.
Prova a rinnegare il tuo orgoglio, prova a sorridere alla croce, ad amarla; prova a dare senza attendere: avvertirai una gioia mai sentita, che è tipico frutto dell’essere accanto a Dio.
Oggi perché tante persone sentono Dio lontano? Perché non lo cercano dove Dio è; perché non combattono la propria cattiveria, che rende ciechi ed estranei a Dio pur avendolo accanto» (COMASTRI ANGELO, Gridiamo il Vangelo. Omelie sui vangeli festivi. Anno B, Palumbi, Teramo 2023, pp. 187-188).