Come ho evidenziato ieri, Martini prosegue illustrando i tre scopi degli Esercizi. Noi non stiamo effettuando tale cammino spirituale, ma proprio oggi inizia la Quaresima e perciò le esortazioni che mediteremo potranno essere davvero preziose anche per noi. Il primo scopo consiste nel “cercare la volontà di Dio”. Stasera iniziamo proprio a meditare su questo aspetto, che poi coincide con la conversione, che non può non essere al centro del periodo liturgico iniziato oggi. Forse la risposta che l’Arcivescovo di Milano dà a tale domanda così delicata: “qual è con precisione la volontà di Dio?” potrà deluderci o lasciarci perplessi, ma vi invito comunque a continuare questo cammino con umiltà e pazienza.
Per compiere bene ciò che Gesù desidera da noi in questa Quaresima voglio ricordarvi che nel sito della mia parrocchia sono indicati vari testi come bibliografia per il mercoledì delle ceneri (https://www.ssmariadelcarminebattipaglia.it/ bibliografia-giorni-feriali-tempo-di-quaresima/). Vi segnalo in particolare il messaggio che il Papa ci ha donato per questa Quaresima 2024.
«Cercare la volontà di Dio
Nella visione classica degli Esercizi spirituali c’è uno scopo fondamentale, originale: cercare la volontà di Dio.
Scrive sant’Ignazio nel suo testo che tutto il lavoro viene compiuto «per cercare e trovare la volontà di Dio nella disposizione della propria vita per la salvezza dell’anima›› (annotazione n. 1).
Tale scopo ritorna anche nelle meditazioni fondamentali, ad esempio nella seconda settimana, al n. 150: si parla di tre categorie di persone che vogliono salvarsi e trovare pace in Dio. E al n. 155, la terza categoria di persone “non vuole nulla se non ciò che Dio le ispirerà nella volontà”. Sono altri modi per esprimere l’intento di “cercare la volontà di Dio”.
Ma come spiegare teologicamente che cosa significa questa formula che, per sant’Ignazio, è ricerca della volontà di Dio che risplende in Gesù Cristo?
Cominciamo col dire come non va considerata la ricerca della volontà di Dio negli Esercizi.
Davide, ad esempio, cerca la volontà di Dio consultando il Signore: “Devo andare? Riuscirò a battere questi Filistei?” (1 Sam 23, 2). E una ricerca un po’ magica, oracolare, una specie di ricerca di segni per avere una sicurezza. E come se la volontà di Dio fosse nascosta in qualche luogo e finalmente la si trovasse.
Non è questo il modo per cercare la volontà di Dio negli Esercizi. Andava bene per Davide, ma scrive Giovanni della Croce che nella nuova legge evangelica non vi è più ragione di interrogare Dio, né che egli parli o risponda come al tempo dell’antica legge. E in Gesù, infatti, che si rivela tutta la volontà di Dio (cf Salita del Monte Carmelo, libro II, cap. XXII, 3).
Suggerisco allora delle piccole tesi teologiche le quali spiegano cosa significa la volontà di Dio che risplende in Gesù Cristo.
1 – Dio vuole comunicare se stesso, vuole autodonarsi. Questo è il mistero della sua volontà: “Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelare se stesso e far conoscere il mistero della sua volontà, mediante il quale gli uomini, per mezzo di Gesù Cristo, Verbo fatto carne, nello Spirito santo hanno accesso al Padre e sono resi partecipi della divina natura” (Dei Verbum, 2).
In questa rivelazione il Dio invisibile si rivolge agli uomini, nel suo immenso amore, come a degli amici, si intrattiene con loro, per invitarli a condividere la sua vita.
2 – Questa volontà che Dio ha di comunicarsi, si realizza perfettamente in Gesù che è il mezzo, lo scopo, la pienezza della comunicazione, il frutto del divino volere.
Gesù Cristo è la volontà di Dio comunicata in maniera assoluta e definitiva.
3 – Tale volontà di Dio realizzata perfettamente in Cristo, è realizzata, in modo partecipato, nell’unione di Cristo con noi e con l’umanità.
Il disegno di Dio è Gesù con noi, noi con Gesù, l’umanità con Gesù. Non siamo quindi noi a unirci a Gesù, ma è lui ad attirarci» (CARLO M. MARTINI, Davide peccatore e credente, Centro ambrosiano – Edizioni Piemme, Casale Monferrato 1989, p. 34-35).
Domani continueremo questo cammino. Vi ricordo un punto che a mio parere è della massima importanza. L’immenso dono della pace dipende proprio da ciò: dal compiere umilmente e fedelmente la volontà di Dio: «E ‘n la sua volontade è nostra pace» (DANTE, Paradiso, III Canto).