Domenica scorsa eravamo invitati a riflettere sulla fede a partire dai dubbi di san Tommaso. Io resto del parere che il cammino della fede è spesso (sempre?) crocifiggente, che la fede non è assolutamente luce totale, ma comprende anche tanta oscurità. Stasera ho pensato di spedirvi due brani su questo argomento.
Del primo brano non conosciamo l’autore.
Nel secondo brano abbiamo il dono di leggere e meditare le parole di madre Teresa di Calcutta.
«Dio, tu mi conduci nel deserto, dove la vita è difficile, dove domina il dubbio, dove regna l’oscurità, dove manchi Tu. Il deserto è un passaggio per chi Ti ha scelto, un passaggio per chi Ti ama, un passaggio necessario alla vita, un passaggio che mette alla prova. Tu mi dai la prova, ma anche la forza di superarla, mi dai il deserto, ma anche la forza di proseguire. Ho paura del deserto, ho paura di mancare, ho paura di abbandonarti. È facile sentirti nella gioia, è semplice scoprirti nella natura, è difficile amarTi nel deserto. Nella notte del dolore, nell’oscurità del dubbio, nel deserto della vita non farmi dubitare di Te. Non Ti chiedo di liberarmi dal deserto, ma aiutami a comunicare con Te, non Ti prego di togliermi dal deserto, ma fammi camminare verso di Te» (Anonimo).
Così nel 1974 Madre Teresa rispondeva a un sacerdote che stava vivendo dolorosamente la sua ‘notte interiore’:
«Oggi, tramite lei, Gesù vuol rivivere la propria sottomissione al Padre. Glielo permetta. Non importa che cosa lei sente, ma che cosa lui prova dentro di lei. La smetta di guardare se stesso e gioisca di non avere nulla, di non essere nulla, di non potere fare nulla. Doni a Gesù un gran sorriso ogni qualvolta la sua nullità la spaventa. Questa è la povertà di Gesù. Lei ed io dobbiamo consentirgli di vivere in noi e mediante noi nel mondo»” (cit. in SAVERIO GAETA, Il segreto di Madre Teresa, Piemme, Casale Monferrato, 1992).