Pensiero serale 31-10-2024

Una buona riflessione sulla santità è presente nel testo dell’adorazione eucaristica che spedisco stasera a varie persone e che ogni giovedì è inserito sul sito della parrocchia. Ho utilizzato un’omelia di papa Francesco e alcuni pensieri di santi e di persone che ci aiutano a meditare su questo tema davvero centrale nella spiritualità cristiana.

Ora vi presento una meditazione dello scrittore Julien Green.

 

«Stamane pensavo: il bambino nel ventre della madre sta al caldo e probabilmente è felice… Ci troviamo nella stessa situazione in rapporto al mondo dell’aldilà che si estende intorno a noi e che non raggiungiamo, generalmente, se non con la morte. In realtà, siamo anche noi dentro una cavità buia ove ci parliamo, e non nasceremo che gridando, quando morremo. Allora scopriremo un universo d’una bellezza indicibile, e passeggeremo in mezzo agli astri» (GREEN JULIEN, Diario, 1935-39).

 

Ecco ora il commento di monsignor Ravasi.

 

«La solennità dei Santi ci fa guardare verso un Oltre glorioso. Un Poi che siamo abituati a considerare del tutto sganciato dal presente, quasi sospeso in un cielo remoto, colmo di luce. In realtà, proprio perché l’eterno e l’infinito sono senza limiti di tempo e di spazio, quell’Oltre, quel Poi è già qui e ora, quasi come in una gestazione. È l’idea anche di san Paolo quando evocava “la creazione intera che geme e soffre nelle doglie del parto” e quando riconosceva che “anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo” (Rm 8, 22-23). Quando il grembo della storia si aprirà e ci consegnerà all’eternità, allora scopriremo ciò che già Dio aveva preparato per noi e che stava appunto Oltre e Poi, ma che era già esistente e reale. La festa odierna ci invita a non immaginarci chiusi per sempre e soltanto nella “cavità buia” del tempo e dello spazio, pensando che essa sia come un pozzo o una grotta. No, siamo invece come bimbi nel ventre della madre, formati e destinati – proprio con la morte – a uscire in quell’orizzonte di “bellezza indicibile ove passeggeremo” con Dio nella sua luce» (RAVASI GIANFRANCO, Mattutino. La cavità buia, in Avvenire, 1-11-2003, p. 1).

 

Credo che pochi temi sono forti e decisivi come la morte e la santità. Giustamente questa riflessione li collega strettamente. Pensare alla santità e alla morte non può non farci riflettere su come impostiamo la nostra esistenza. Da ciò deriverà la nostra realizzazione o il nostro fallimento.