Da sabato sto meditando sul Vangelo della XXX Domenica per anno B: Mc 10, 46-52. In particolare mi ha colpito l’inizio: “Il cieco sedeva lungo la strada a mendicare” (Mc 10,46). Ho notato che la “Preghiera dei fedeli” proposta dal foglietto “La domenica” (della san Paolo) iniziava così: “come mendicanti di luce…”. Ovviamente in questo senso profondo tutti siamo, dobbiamo essere consapevoli di essere mendicanti verso il Signore, ma improvvisamente la mia mente è andata a quanto ascoltai il 30 maggio 1998. San Giovanni Paolo II nella vigilia di Pentecoste si incontrò con i movimenti ecclesiali e monsignor Luigi Giussani, il fondatore di “Comunione e liberazione”, ci donò un testo stupendo al termine del quale affermò:
“L’esistenza si esprime, come ultimo ideale, nella mendicanza. Il vero protagonista della storia è il mendicante: Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo”. (https://it.video.search.yahoo.com/search/video?fr=mcafee&p=don+giussani+la+storia+due+mendicanti&type=E211IT1311G0&guccounter=1#id=1&vid=e172ab291bdd2795e4ca76196ee4858a&action=click).
Penso che sia bene ricordare che papa Benedetto nel Natale 2005 ci donò la sua prima enciclica in cui si soffermò molto sul rapporto tra “eros” e “agape”. Qualche mese dopo, nel messaggio per la Quaresima 2007, in riferimento ad alcuni brani dei profeti Ezechiele e Osea affermò:
“Questi testi biblici indicano che l’eros fa parte del cuore stesso di Dio: l’Onnipotente attende il “sì” delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa” (BENEDETTO XVI, Messaggio per la Quaresima 2007, 21-11-2006).
Auguro a ognuno di pensare: il Signore mi attende, attende la mia risposta, il mio amore, come uno sposo attende la sposa, è davvero mendicante del mio amore.