Stasera vi spedisco due pensieri che mi hanno molto colpito. Nella mia esperienza quotidiana incontro continuamente persone che soffrono moltissimo. Inoltre sperimento gli atteggiamenti più diversi rispetto all’Eucaristia, in genere freddezza e indifferenza.
Io credo che l’unico modo per vivere bene la sofferenza è di accettarla e considerarla strettamente unita al mistero pasquale e quindi all’Eucaristia. È davvero triste vedere persone che potrebbero cibarsi più spesso di Gesù e lo fanno con tanta “parsimonia”.
Il primo pensiero è di un Vescovo ungherese vissuto nel secolo scorso.
«Com’è la tua Messa, così sarà la tua fede.
Com’è la tua fede, cosi sarà la tua morale.
Com’è la tua morale, così sarà la tua vita.
Com’è stata la tua vita, così sarà la tua eternità»
(Mons. Tihamér Tóth).
Il secondo è scritto da un docente liceale croato, morto ad appena 32 anni e proclamato beato da san Giovanni Paolo II nel 2003.
«La sofferenza fa più per il Regno di Cristo che un lungo lavoro, dotte discussioni, discorsi o articoli splendidi» (Beato Ivan Merz).