Stasera vi spedisco l’ultima parte delle riflessioni di Pronzato sulla Parola di Dio e sull’atteggiamento che ci deve caratterizzare. Sono considerazioni davvero preziose. Auguro a me e a voi, di conservarle nel profondo del cuore. Un po’ alla volta ci daranno luce e gioia.
«Efficacia
La Parola è anche soprattutto proclamazione efficace, potenza di Dio, capacità creativa. “Ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti” (1 Ts 2,13). La Parola non si limita a fornirci delle informazioni. Fa succedere qualcosa dentro di noi. Realizza ciò che significa. Produce ciò che proclama. È la Parola che crea, fa succedere qualcosa (non dimentichiamo che il racconto della creazione così come è presentato nella Genesi, in un certo senso è una “vocazione”: la Parola di Dio chiama le cose, gli esseri e questi vengono creati).
Questa parola crea degli “inviati”.
Aprire la Parola e leggerla, secondo una bellissima espressione di san Girolamo, significa “tendere le vele al vento dello Spirito senza sapere a quali lidi approderemo”.
È stato detto che “bisogna stare in piedi di fronte alla Bibbia” (A. Levi). Ossia, di fronte a Dio, si è sempre sul piede di partenza. Si è sempre degli “inviati”. La Parola di Dio, in ultima analisi, è una parola che “dà da fare”» (PRONZATO ALESSANDRO, Pane per la Domenica. Commento ai Vangeli. Ciclo B, Gribaudi, Torino 1984, pp. 199-200).è