Nel Vangelo della s. Messa di venerdì scorso c’era questa frase:
«La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! (Mt 6,22-23).
Meditandola, non ho potuto non pensare alle numerose volte in cui guarisce i ciechi. Ovviamente c’è qualcosa di molto più profondo di una semplice guarigione fisica. Non dimentichiamo che Gesù è luce. Occorre vedere come vede Gesù, avere lo sguardo di Gesù. Questo ce lo ha raccomandato il Papa nella sua prima enciclica.
«La fede, non solo guarda a Gesù, ma guarda dal punto di vista di Gesù, con i suoi occhi: è una partecipazione al suo modo di vedere» (Lumen Fidei 19).
Purtroppo ci possono essere delle patologie nella nostra vista “spirituale”. Vi ricordo Mt 5,27-29; 7,1-5. Ecco una riflessione molto profonda.
«C’è un tipo di alterazione fondamentale nella visione interiore: l’alterazione delle proporzioni, cioè attribuire importanza a cose senza valore solo perché corrispondono al proprio interesse, e non attribuire nessuna importanza alla salvezza di Dio. Teofane il Recluso scrive che il diavolo stesso talvolta ci dà una meravigliosa chiaroveggenza nel farci scoprire i difetti degli altri e nell’ignorare i propri.
Si possono curare i difetti della vista spirituale? San Tommaso d’Aquino nota che ognuno vede le cose secondo se stesso: il puro vede tutto buono, il malvagio tutto cattivo. La vista interiore, quindi, si cura con il cambiamento di se stessi, e con la penitenza. Aiutano molto però gli occhiali, cioè la lettura frequente del vangelo per poter vedere il mondo con il suo aiuto, con la stessa luce con cui vedremo nell’eternità»
(ŠPIDLÍK TOMÁŠ, Il vangelo di ogni giorno. Riflessioni sul vangelo feriale. Vol. III, Lipa, Roma 2001, p. 160).