Pensiero serale 25-07-2024

Talvolta con la Parola possiamo avere un rapporto superficiale o intellettualistico; oppure ci sembra che contenga un messaggio troppo esigente, difficile da mettere in pratica.

 

Credo che stasera, riflettendo sull’assimilazione, ci rendiamo meglio conto che con la Parola dobbiamo avere un rapporto ben più profondo: mi è parsa bellissima l’espressione finale “memoria del cuore”. 

 

«Assimilazione 

Perché diventi veramente “nostra”, faccia parte vitale di noi, carne e sangue del nostro organismo, la Parola va assimilata. Il che comporta un’azione caratteristica che Pacomio chiamava “ruminatio” (e il termine è rimasto nella tradizione monastica): ruminare, triturare, masticare la Parola 

È l’operazione attraverso la quale si assimila la Parola letta, udita, compresa. È il gustare e vedere come è buono il Signore (Sal 33,9). Qui oltre all’attenzione, deve intervenire la memoria. La lettura diventa così cibo e bevanda nella prolungata riflessione contemplativa. Non si tratta di un banale fatto mnemonico, ma di memoria del cuore» (PRONZATO ALESSANDRO, Pane per la Domenica. Commento ai Vangeli. Ciclo B, Gribaudi, Torino 1984, p. 199).