Anche stasera ho pensato di darvi il commento di monsignor Aiello al Vangelo della s. Messa di oggi (Mc 9,41-50). Forse è superfluo precisare che il commento al Vangelo va letto e meditato solo dopo che abbiamo letto e meditato personalmente il medesimo brano. In altre parole, il Vescovo ci aiuta a meditare, ma non …medita al posto nostro.
Vi esorto a notare anche che la riflessione sulla Parola si articola in quattro fasi ben precise. Posso pregare con la massima attenzione, ma se poi non passo all’ “agire” (la quarta fase), la mia preghiera resta una sterile e astratta riflessione, che non incide sulla vita. Io penso a chi legge queste mie riflessioni da mesi o da anni. Spero che almeno abbia capito che la vita cristiana non è neanche cominciata, se non viviamo un rapporto frequentissimo con i due sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia e se non ci decidiamo ad amare anche e soprattutto coloro che non ci amano.
«Lettura
Per il discepolo ogni parola, ogni frase ha una importanza fondamentale, come se fosse l’unica eredità lasciata dal maestro. Ci salveremo per aver amato e osservato una sola parola del vangelo, ma nessuno sa in anticipo quale sarà la parola cardine della sua vita. Per questo raccogliamo come perla preziosa ogni espressione.
Meditazione
Per i pellegrini sul cammino di Santiago c’è spesso la gradita sorpresa di un bicchiere d’acqua fresca, offerto sulla soglia della casa da poveri che gratuitamente vengono incontro al bisogno fondamentale del cammino e, forse senza saperlo, mettono in pratica questa parola del Signore. A volte basta anche una parola di conforto per rendere meno duro un cammino. Hai mai detto Coraggio! al tuo parroco, o a chi porta il peso della conduzione del tuo gruppo?
Le espressioni forti sulla mano da tagliare, sul piede da amputare, sull’occhio da cavare sono paradossali, ma esprimono bene il proposito di prendere sul serio la vita cristiana. […] Tanti peccati si compiono a partire da uno sguardo o dal desiderio di prendere. Questa parola di Gesù va presa sul serio rispetto a cose, persone, abitudini, relazioni che ci sono di ostacolo rispetto ad una sequela radicale.
Sant’Ignazio dopo aver ricordato all’uomo che vive per lodare, riverire, servire Dio e salvare la sua anima in questo mondo, afferma che tutte le altre cose sulla faccia della terra devono aiutarlo a realizzare il fine per cui è al mondo. “Da ciò consegue che l’uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano a conseguire il fine, e tanto se ne deve discostare per quanto lo allontanano”.
Alla luce di questo testo definito “manifesto di libertà”, ciascuno di noi vede il mondo diviso in due parti: da un lato pensieri, azioni, situazioni, parole, relazioni, persone che ci aiutano ad essere salvi e felici, che devono essere riconosciute e frequentate; dall’altro, parole, opere, situazioni che sono percepite “nemiche” della mia salvezza e che devono essere evitate o allontanate. Chi vuole essere felice deve avere coraggio.
Preghiera Donami, Signore, il coraggio che sostiene anche scelte difficili, e liberami dalla debolezza che sceglie vie facili e rimanda le soluzioni. Donami l’ardire dei santi che hanno percorso vie difficili pur di non perderti di vista, pur di non perdersi, pur di non perdere coloro che erano stati loro affidati.
Agire
PROPOSITO Taglierò, toglierò, cancellerò dalla rubrica del cellulare alcuni numeri pericolosi» [ARTURO AIELLO, Il coraggio di essere felici, in Messa Meditazione 18 (2018) maggio pp. 199-200].