Pensiero serale 22-08-2024

Oggi è bello gioire perché celebriamo la Beata Vergine Maria Regina. Vi spedisco le riflessioni intense e poetiche di monsignor Aiello. A chi vuole approfondire ulteriormente segnalo il testo di stasera per l’adorazione eucaristica (che, come sempre, metto sul sito della parrocchia). Ci sono un discorso di papa Benedetto XVI e una preghiera di papa Pio XII.

 

«Lectio Divina

Otto giorni dopo l’Assunta

 

Lettura

Il brano da Isaia 9 è quello che si legge la Notte di Natale. A un popolo che marciava nella notte e nella neve, appare una luce sfolgorante che illumina e riscalda i corpi e i cuori, Una tragedia annunciata si trasforma in una festa, i volti tesi si aprono al sorriso e i pensieri tenebrosi evaporano. Ogni traccia di guerra è eliminata, gettata nel fuoco che avvampa i volti. Scarponi chiodati e mantelli chiazzati di sangue crepitano tra le fiamme, a dire che è finito il tempo della guerra degli “uomini contro”, ed è finalmente scoppiata la Pace. Chi ha invertito così improvvisamente la sorte? Chi è all’origine di tanta gioia? Un bambino: “Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace”. Può un bambino dare una svolta così radicale? Nel piccolo, già la nascita di un bambino “riposiziona” i componenti di una famiglia, fa ringiovanire i nonni, accende la speranza anche di una coppia in crisi. Tanto più per il mondo intero, quando si tratta del Bambino. Quel dono si accende su un lucerniere d’oro che si chiama Maria di Nazaret.

 

Meditazione

Un Ambasciatore abituato a soffitti intagliati e a tappeti persiani varca la soglia di una casa popolare. Sotto i suoi piedi, non marmi policromi, ma terra battuta e umida. Non ha bisogno di suonare il campanello, la porta è aperta come in tutte le dimore dei poveri. Una ragazza, appena adolescente, è alle prese con le pulizie di casa, ma ha occhi grandi e sognanti che guardano lontano, oltre il povero cortile, oltre la palma che indica il cielo, oltre la fontana che è l’unica meta dei suoi viaggi. Si sente chiamata per nome, pensa sia sua madre o un’amica e si volta. L’Ambasciatore ha vesti bianche di seta, orlate di ricami d’oro e sta dicendo (lui o la palma che si è inchinata fino a terra?): “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te!”. È un sogno, una tentazione, una fiaba? Ha sentito da un vecchio (“I nostri padri ci hanno raccontato…”) che nascerà il Messia e porterà gioia e salvezza, ma lei non c’entra, forse accadrà a Gerusalemme, a Roma, ad Atene. Maria ha solo Giuseppe da sposare e una vita ordinaria davanti. L’ambasciatore, bellissimo, ora si inginocchia ed ella si copre il volto, come a scacciare le parole che hanno sbagliato indirizzo: “Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo”. A volte Dio “esagera” e trasforma un piccolo sogno di una ragazza ebrea in un’epopea di Grazia e di Salvezza. “Darai alla luce”: si può dare alla luce il sole con uno strascico di stelle? Lo splendore dell’Ambasciatore ora si sposta, lascia lui nudo e riveste Maria che si guarda senza conoscersi più, da questo istante e per sempre sarà Regina.

 

Preghiera: 

Salve, Regina…

 

Agire: 

Mi fermo a meditare davanti a un’immagine della Vergine Maria» (AIELLO ARTURO, Otto giorni dopo l’Assunta, in Messa meditazione 2024, luglio-agosto, pp. 390-391).