Voglio restare sul tema dell’invidia, perché magari possiamo cadere in questo vizio e non lo confessiamo, perché non ci sembra di commettere un peccato specifico. In realtà, l’invidia è un vizio molto grave perché è l’esatto contrario della carità. Se io amo una persona, gioisco per il bene che egli ha e ii bene che egli è. Se non amo, soffro per il bene degli altri. Inoltre, se ho capito che siamo tutti un solo corpo, devo gioire per il bene dell’altro perché in qualche modo anch’io ne traggo vantaggio, come accade tra le membra del medesimo corpo. Ma dobbiamo vedere se abbiamo le idee chiare su tale comunione e se la viviamo quotidianamente o non piuttosto viviamo un atteggiamento, un clima, di confronto, di rivalità, di concorrenza, di individualismo. Poi io penso che l’invidia è un po’ come la speranza e il desiderio: mette in evidenza a che cosa io tengo veramente. Se io invidio chi ha meno anni di me o ha più capelli di me, o ha un’automobile migliore della mia, significa che il mio livello è davvero basso. Potrei invidiare una persona più santa di me, ma chi mi impedisce di progredire nella santità?Proprio ieri sera alla fine della s. Messa mentre pronunciavo le stupende parole: “Beati gli invitati alla Cena dell’Agnello”, all’improvviso ho capito tutto. Posso mai invidiare qualcuno se io sono davvero beato (grazie appunto all’infinito dono dell’Eucaristia?). E ho pensato con infinito dolore all’estrema indigenza (a me sembra peggio di un suicidio!) di chi si priva di un tale Dono per l’attaccamento al peccato e così non è beato né qui, né purtroppo nell’eternità… se non si converte!Ecco cosa san Gregorio di Nazianzo dice della sua amicizia con san Basilio Magno.«Aspiravamo a un medesimo bene e coltivavamo ogni giorno più fervidamente e intimamente il nostro comune ideale. Ci guidava la stessa ansia di sapere, cosa fra tutte eccitatrice d’invidia; eppure fra noi nessuna invidia, si apprezzava invece l’emulazione. Questa era la nostra gara: non chi fosse il primo, ma chi permettesse all’altro di esserlo» (san Gregorio Nazianzeno, Discorso 43).Ecco infine, un pensiero bellissimo di un parroco grandissimo!«L’invidioso vuole sempre salire; il santo vuole sempre scendere. Così l’invidioso scende sempre e il santo sale sempre» (San Giovanni Maria Vianney, detto il Curato d’Ars).