Pensiero serale 21-12-2024

Vi spedisco il commento di don Fabio al Vangelo di questa domenica. Traspare una sua “allergia” verso tutto ciò che ha a che fare con l’etica. Comunque, ci dona alcuni pensieri molto interessanti. Soprattutto sono spunti utili per la verifica dell’impostazione della nostra vita.

«Il Vangelo di questa domenica mostra l’incontro allegro di due donne incinte. È il saluto di due donne fecondate, la gioia di contemplare la vita che cresce in loro, e questa allegria ci aiuta a celebrare la quarta domenica di Avvento, il tempo liturgico che proclama un Dio che prende l’iniziativa, che viene, che non resta nei cieli.
Dio non è immobile, ma è vita ed è origine di una esistenza dinamica e creativa. Nel brano del Vangelo, infatti, vediamo Maria nell’istante successivo all’annuncio dell’Angelo, appena fecondata dalla Parola, che nonostante quel che una incipiente gravidanza comporta, si alza “in fretta” per correre da Elisabetta. Se Dio prende l’iniziativa con noi, anche noi ci muoviamo. La vita cristiana non è un sistema etico che ha lo scopo di tenerci in apnea a controllare di astenerci dal vietato. Se qualcuno pensa che essere cristiani vuol dire non fare niente di male, si inganna. Se ciò fosse sufficiente, allora un mattone potrebbe essere considerato un buon cristiano. Se la vita di Dio ci tocca, la nostra iniziativa creativa non può che essere innescata. Altro che evitare le cose brutte …Si tratta di ben altro!
Il testo dice che Maria “sorge” – è lo stesso verbo usato per la risurrezione…
La parola “in fretta” traduce un termine greco che significa “zelo – slancio”. Maria va con slancio presso sua cugina. C’è tutta la felicità di una giovane donna incinta che desidera condividere la notizia con qualcuno che la può capire, la donna di cui le ha parlato lo stesso Gabriele. Maria sorge con slancio, portando qualcosa che non può tenere per sé, da condividere.
Abbiamo troppo spesso mostrato e predicato un cristianesimo fatto di obblighi o scrupoli. Ma la vita redenta è una attività che sgorga dall’esperienza di una grande gioia, di un grande amore, di una grande tenerezza; abbiamo qualcosa di meraviglioso da condividere.
Il cristianesimo non è un sistema repressivo, è affermazione, fecondità, creatività! Se abbiamo sperimentato la misericordia del Signore, non conosciamo un condono edilizio, ma una vita nuova che è perdono e che non potevamo rigenerare da soli. La parola del Signore è per sua natura creativa e se ci raggiunge, ci sorprende e origina in noi una novità straordinaria, pone lo Spirito dentro di noi, ci consola.
Elisabetta, dal canto suo, sente il salto di gioia del suo bambino. La logica dello sbocciare della vita di Dio in noi presuppone che questa sua vita ci abbia toccato. Maria ed Elisabetta gioiscono perché Dio ha fatto qualcosa in loro.
Invece noi pensiamo che si tratti di sopravvivere, magari pacificando i nostri sonni con esamini di coscienza da esattori comunali, che ci consentano di sentirci “a posto”. Venite al Signore con canti di noia…
Tutt’altro! La nostra esperienza è che la nostra carne può essere la carne di Cristo. Nell’Eucarestia celebriamo il fatto che il suo corpo può diventare il nostro corpo. Per la forza dell’Eucarestia siamo anche noi gravidi di Gesù. C’è questo da portare in giro, non i nostri scrupoli» (ROSINI FABIO, Di Pasqua in Pasqua. Commenti al Vangelo domenicale dell’anno liturgico C, San Paolo, Cinisello Balsamo 2024, pp. 27-29).