Pensiero serale 21-08-2024

Stasera torno ai commenti donatici da monsignor Aiello. Oggi egli si sofferma sia sulla Prima Lettura (Ez 34,1-11) sia sul Vangelo (Mt 20,1-16) di questo mercoledì della XX settimana. 

Vi metto in guardia da una grossa tentazione: quella di leggere direttamente le sue parole, senza prima aver letto, meditato, assimilato i due passi biblici. Lasciamoci interpellare personalmente, direttamente dalla Parola. Non limitiamoci ad apprezzare quello che dice il vescovo di Avellino. Non dimentichiamo che Gesù si rivolge personalmente a ognuno e da ognuno attende una risposta precisa. 

Aiello è molto “autobiografico”. Io ho capito che devo prendere in mano la mia vita e non limitarmi a vedere quello che gli altri dicono o scrivono o fanno?

 

«Il mio bene è stare con te

 

Lettura

Chi governa dovrebbe prendersi cura del popolo come fa un pastore col suo gregge. L’ideale però fa sempre i conti con la realtà e con l’egoismo dell’uomo. Chi doveva occuparsi del gregge ha pensato solo a sé, angariando il popolo. Da quando sant’Agostino commentò Ezechiele – anche la comprensione della Parola ha una crescita nella Chiesa -, questo brano ha avuto un indirizzo diverso: ai “re-pastori del popolo” sono stati sostituiti “i pastori della Chiesa”. Il Vescovo di Ippona fa un commento particolareggiato del testo, rimproverando vescovi e presbiteri di essere infedeli al mandato ricevuto, insensibili ai bisogni spirituali del popolo, inetti nel non cercare le pecore perdute – i “lontani” -, nel non accompagnare con amore quelle deboli, nel non curare le malate, smaniosi nel prendere i proventi, inadempienti nella cura delle anime con la Parola e i Sacramenti. Ho un “giubbotto antiproiettile” che indosso ogni anno, a settembre, quando nell’Ufficio delle Letture, per quindici giorni, leggendo quel commento di Agostino a Ezechiele, siamo sottoposti a una “sassaiola”. Ma nonostante la protezione ne esco sempre malconcio.

 

Meditazione

La parabola degli operai dell’ultima ora è pensata da Gesù per far inquietare l’ascoltatore. Alcuni elementi chiave: Dio chiama continuamente, passando più volte nella vita, invitando gli uomini ad una conversione operosa; l’arco della giornata, segnato dalle scansioni della preghiera, è il tempo della vita che scorre declinando; quelli che sono chiamati per primi, all’alba, sono quelli che sgobbano di più nella vigna; gli ultimi chiamati lavorano un’ora soltanto e, quando appena hanno preso il ritmo, già suona la sirena che chiama a raccolta gli operai; al momento della paga, tutti ricevono la stessa somma; sorretti dai loro sindacati, gli operai della prima ora intentano una protesta con uno striscione in cui si afferma che il padrone è ingiusto. Così è il Regno dei cieli. Tu che ne pensi?

 

Preghiera: 

Faccio parte, Signore, degli operai della prima ora e sono stato nella Chiesa fin da quando ero bambino: Fiamma Verde, Prima Comunione, Chierichetto, Aspirante di A.C., Cresima, Seminarista, Prete, Parroco, Vescovo. La giornata è stata lunga ed il sole picchiava forte mentre passavo tra i filari a cogliere grappoli, a premerli nel torchio, a sentire bollire le botti, a spillare il vino nuovo a San Martino, a travasare. Sono entrato nella Vigna come “garzone di bottega” e vi sono cresciuto, invecchiato, vedendo l’andirivieni degli operai. Non mi sono iscritto ai sindacati, perché tu sei buono e sai come debbono andare le cose. Non provo invidia per chi ha lavorato di meno. Mi sento piuttosto privilegiato per essere stato sempre con te, vicino a te, guardato da te. Il mio denaro puoi darlo a un altro. Io da vecchio mi dico spesso: “Che fortuna ho avuto nell’essere stato sulla soglia del Tempio!”.

 

Agire:

Metto da parte i mille timori e vivo come chi è in una “botte di ferro”» (AIELLO ARTURO, Il mio bene è stare con te, in Messa meditazione 2024, luglio-agosto, pp. 384-385).