Al centro del Vangelo di oggi (Lc 8,1-3) è messo in risalto il ruolo delle donne. Confesso che mi rendo sempre più conto, con sempre maggiore stupore, della mia incredibile ignoranza. Fino a oggi non conoscevo un sacerdote, di immensa cultura e autore di un numero incredibile di pubblicazioni, amico di persone di altissimo livello del secolo scorso (vi invito a leggere la sua biografia su wikipedia). Nacque nel 1887 e morì nel 1976.
Ora vi spedisco un suo pensiero sulle donne e poi il commento di Ravasi.
«È stato detto che talvolta Dio ha bisogno degli uomini, ed è parso vero persino nei film. Ma vogliamo aggiungere che Dio ha sempre bisogno delle donne: che mantengano l’amore nel mondo e, con l’amore, la fede. Nel leggere il Vangelo della risurrezione secondo Giovanni, a un certo punto pare che sia stato l’amore delle donne a farlo risorgere. No, Gesù – il Cristo Dio – “allora” è vissuto per virtù propria. L’amore delle donne lo può far risorgere, “ora”, nel cuore dov’egli è morto» (ANGELINI CESARE, Il Risorto, ed. Locusta).
Di lui Papini aveva detto: “Due volte consacrato: al Verbo che si fece carne e al verbo che tenta di farsi bellezza”.
Ecco il commento di monsignor Ravasi:
«Come è noto, sono le donne le prime testimoni della risurrezione e questo fatto è considerato uno dei dati più sostanziosi per affermare l’evento pasquale nella sua dimensione storica (le donne erano allora considerate inabili a testimoniare e quindi, se si fosse voluto inventare la risurrezione dandole credibilità, si sarebbero prodotti ben altri testimoni).
Ma Angelini propone un altro tipo di considerazione che va oltre l’evento di “allora”, cioè il fatto in sé della risurrezione. Le donne come prime annunciatrici della Pasqua fanno sì che “ora” Cristo risorga nei cuori perché, come dirà Paolo, come si potrà credere in lui senza uno che lo annunzi? (Rm 10,14) Esse sono, perciò, il simbolo vivente di una parola che risuonerà nei secoli, facendo “risorgere” Cristo nei cuori. Ed è toccato a loro aprire questa catena perché grande era la loro povertà ma ancor più grande era il loro amore. Sono gli ultimi della terra ad essere i primi che incontrano Cristo e che lo amano più degli altri perché non hanno nel cuore idoli d’oro e d’argento» (RAVASI GIANFRANCO, Mattutino. Donne di Pasqua, in Avvenire, 30-3-2002, p. 1).
Mi ha colpito molto il rapporto tra “allora” e “ora”. Ancora di più mi ha quasi commosso il “far risorgere Cristo nei cuori”. Forse non c’è missione più alta, nobile, urgente e preziosa di questa.