Stasera concludiamo le riflessioni sul Vangelo di venerdì scorso grazie a un grande poeta e teologo.
«O sposi, che la vostra casa non sia mai un appartamento: questo triste regno dell’egoismo e della solitudine! Regno del mio e del tuo quando non è trincea del mio contro il tuo. Ma sia invece principio di una vita universale, di una fraternità e di una amicizia che si allarga sul mondo, inizio della stessa chiesa: “Salutate la chiesa che sta nella casa di Maria madre di Marco…”.
Insieme dunque cercare di essere. Ancora: come Dio. Si ripeta all’infinito: non sono io l’immagine di Dio e non sei tu, ma siamo io e te insieme: se ci amiamo. E la coppia: questa l’entità nuova che si affaccia sulla creazione. Non l’uomo “o” la donna, ma l’uomo “e” la donna. Dove Dio, appunto l’amore, è la stessa copula di congiunzione e di fusione. La parola ‘insieme’ è la più religiosa parola del mondo. Non l’uomo che domini la donna, non la donna che si contrapponga all’uomo; ma che fondino “insieme” l’armonia libera e necessaria: a segnare l’inizio di un mondo armonioso e pacifico […].
Amare viene solo da Dio. Gli uomini non riusciranno mai ad amarsi se Dio non diventa la fonte del loro amore. È Dio a fare dei due una sola vita. Perciò gli sposi sono i primi servi dell’amore, i messaggeri – per costituzione – della lieta notizia: questa novella che due persone si amano, in attesa che tutti si amino. Non altro è lo stesso vangelo: “Amatevi come io vi ho amati”. “Chi rimane nell’amore rimane in Dio”. Perciò l’amore è un miracolo, è un dono che trascende le stesse vite. Nulla vale più della vita; ma una vita, la vita di qualsiasi creatura, può essere rischiata, offerta, sacrificata solo per amore. Solo l’amore è più grande della vita. Si può morire solo per amore» (DAVIDE M. TUROLDO, Amare, San Paolo, Cinisello Balsamo 1995).
Ogni commento è davvero superfluo. Già la prima frase la ritengo un piccolo capolavoro. Quanti giovani ho conosciuto che, dopo un fidanzamento intenso e generoso, sono passati al culto dell’appartamento tutto “pantofole e televisione” (o pc, smartphone, videogiochi e altro ancora). Quanta rovina è stata prodotta da un povero femminismo che ha davvero svilito l’altezza della missione della donna. Se siamo in una cultura che contrappone uomo e donna o addirittura tende a perdere la ricchezza della differenza, Turoldo esalta l’ “insieme” e l’amore vero, fondato nel Signore e nel mistero pasquale.