Stasera voglio presentarvi la seconda parte dell’omelia pronunciata domenica scorsa dal Papa. Avevamo riflettuto su un modo errato di attendere: “l’attesa sospettosa”. Ora siamo invitati a meditare invece sull’attesa gioiosa. Ecco il testo di papa Francesco:
«L’Apostolo […] ci offre una medicina efficace quando scrive: «In ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti» (Fil 4,6). La fede in Dio dà speranza! […] Pensiamo alla preghiera del Rosario: se riscoperta e praticata bene, essa insegna a tenere il cuore centrato su Gesù Cristo, con lo sguardo contemplativo di Maria. […]. E […] veniamo al secondo atteggiamento: l’attesa gioiosa. Il primo atteggiamento era l’attesa sospettosa, quell’attesa che è “per me” con le mani che chiudono. Il secondo atteggiamento è l’attesa gioiosa. E non è facile avere gioia. La gioia cristiana non è affatto spensierata, superficiale, una gioia da carnevale. No. Non è così. È invece una gioia del cuore, basata su un fondamento saldissimo, che il profeta Sofonia, rivolgendosi al popolo, esprime così: gioisci, perché «il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un Salvatore potente» (Sof 3,17). Fiducia nel Signore che è in mezzo a noi, è in mezzo a noi. Tante volte non ricordiamo questo: è in mezzo a noi, quando facciamo un’opera buona, quando educhiamo i figli, quando ci prendiamo cura degli anziani. Invece non è in mezzo a noi quando facciamo il chiacchiericcio, sparlando sempre degli altri. Lì non c’è il Signore, ci siamo solo noi. La venuta del Signore ci porta la salvezza: perciò è motivo di gioia. Dio è “potente”, dice la Scrittura: Egli può redimere la nostra vita perché è capace di realizzare quello che dice! La nostra gioia non è dunque una consolazione illusoria, per farci dimenticare le tristezze della vita. No, non è una consolazione illusoria. La nostra gioia è frutto dello Spirito Santo per la fede in Cristo Salvatore, che bussa al nostro cuore, liberandolo dalla mestizia e dalla noia. Pertanto l’avvento del Signore diventa una festa piena di futuro per tutti i popoli: in compagnia di Gesù scopriamo la vera gioia di vivere e di donare i segni di speranza che il mondo attende. […] La Parola di Dio […] ci incoraggia sempre. E davanti alle devastazioni che opprimono i popoli, la Chiesa annuncia una speranza certa, che non delude, perché il Signore viene ad abitare in mezzo a noi. E allora il nostro impegno per la pace e la giustizia trova nella sua venuta una forza inesauribile.
Sorelle e fratelli, in ogni tempo e in qualsiasi tribolazione, Cristo è presente, Cristo è la fonte della nostra gioia. È con noi nella tribolazione per portarci avanti e darci la gioia. Teniamo sempre nel cuore questa gioia, questa sicurezza che Cristo è con noi, cammina con noi. Non dimentichiamolo! E così con questa gioia, con questa sicurezza che Gesù è con noi, saremo felici e faremo felici gli altri. Questa dev’essere la nostra testimonianza» (FRANCESCO, Omelia 15-12-2024).
Sono molti gli spunti per la verifica personale: la grande importanza della preghiera, del vero amore, dell’avere il cuore vigilante per scorgere la presenza e l’azione del Signore nella nostra esistenza. È bene anche far tesoro del cenno relativo alla preghiera del Rosario. Sappiamo come la Vergine ha raccomandato questa preghiera sia a Lourdes sia a Fatima. Questa preghiera, se non ben compresa, può sembrare noiosa e ripetitiva. Io la ritengo un mezzo prezioso per meditare il Vangelo con costanza e per avere spesso il cuore rivolto a Maria e a suo Figlio. Faccio un solo esempio. Non c’è modo migliore per intendere la vera gioia che quello di meditare bene i cinque misteri gaudiosi.
Auguro a me e a voi di cercare sempre la vera consolazione (cioè Gesù che entra nel mio cuore; cfr. Gv 14,23), tenendoci ben lontani da quelle che il Papa chiama “consolazioni illusorie”.
Oggi è il compleanno del Papa. Preghiamo perché il Signore dia tanta luce a lui e ai suoi collaboratori.