Abbiamo già meditato il brano del Vangelo dello scorso 8 ottobre (Lc 10,38-42), ma siccome intendo proseguire la riflessione su s. Teresa di Gesù, stasera vi propongo ancora un commento su questo episodio, in quanto gli autori lo collegano proprio all’esperienza di santa Teresa, che certamente ha testimoniato in modo sublime l’equilibrio tra la dimensione contemplativa e la dimensione attiva.
«La presenza di Gesù nella casa amica di Betania, con Maria che ascolta e Marta che serve, è un episodio classico che l’esegesi cristiana ha voluto sottolineare come tipologia delle diverse vocazioni nella chiesa e della superiorità della vita contemplativa di Maria su quella attiva di Marta. Tale interpretazione viene oggi preferibilmente corretta sottolineando di questo episodio l’umanità e l’amicizia di Gesù, la singolarità del suo rapporto positivo – e in parte scandaloso per la mentalità dei farisei del suo tempo – con le donne, specialmente con Maria che lo ascolta in silenzio; si mette in luce la necessità di cogliere sempre la preziosità dell’unico necessario della salvezza, che è la persona e la parola di Gesù. In effetti il servizio di Marta non viene messo in discussione; piuttosto, si sottolinea l’atteggiamento discepolare di Maria, donna dell’ascolto del Maestro divino, modello della chiesa che pende dalle labbra del suo Signore.
La scelta di questo brano per la memoria di santa Teresa è felice. Si tratta di uno degli episodi evangelici preferiti dalla santa, specialmente per la sua ricerca di un Cristo veramente umano che non solo non disprezza le donne, come Teresa si esprime in un noto suo testo, ma le tratta con molto amore, perché in esse ha trovato una fede e un amore superiore a quello manifestato dagli uomini. Teresa sottolinea in varie occasioni la condiscendenza di Gesù, la sua umanità e il senso dell’amicizia che egli dimostra con tutti, ma specialmente con le donne. Una sottolineatura esemplare in un tempo di antifemminismo. Ma scostandosi da una esegesi che metteva sempre in luce la superiorità di Maria, Teresa, pur essendo contemplativa, madre e maestra di comunità contemplative, è particolarmente sensibile al servizio di Marta e mette in luce la sua delicatezza nel servizio del Maestro. Marta e Maria devono andare insieme; è il motto della sua sintesi di spiritualità contemplativa e apostolica (cfr. Castello interiore, mansioni settime, IV, 12). E si augura che ogni sua comunità religiosa e ogni comunità cristiana siano una casa di Betania dove Cristo è sempre presente, ascoltato come Maria nella preghiera, servito nei fratelli e nelle sorelle come Marta (cfr. Cammino di Perfezione XVII, 5)» (ZEVINI GIORGIO – CABRA PIER G., Lectio divina per ogni giorno dell’anno, Queriniana, Brescia, vol. 17, pp. 262-263).
Lo ritengo un commento interessante perché evidenzia il bellissimo rapporto di Gesù con le donne e sottolinea l’umanità di Gesù. Potremmo magari porci qualche domanda molto semplice: com’è il mio rapporto con Gesù? Posso intenderlo come un rapporto di amicizia? Per me Gesù è davvero un amico, anzi l’Amico per eccellenza? E se abbiamo il tempo, aggiungiamo un ulteriore quesito: nei miei rapporti con ogni altra persona sono fedele a tale amicizia con Gesù, anche ricordando che Gesù è presente in ogni persona?
Vi confido che su questo tema provo un po’ di timore, quando penso a Mt 26,50: un piccolo e drammatico versetto che vi invito caldamente di andare a leggere. È certo che Gesù mi chiama amico e mi ritiene amico, ma io come ricambio tale amicizia? Capite perché tengo molto alla dimensione etica dell’esistenza. Comunque il tema dell’amicizia Gesù lo ha trattato in modo sublime in Gv 15,14-15.