Stasera vi presento due commenti piuttosto diversi che ci aiutano a meditare il Vangelo di oggi (Lc 7,11-17).
«Ed egli lo diede alla madre.
È un’espressione interessante. Non si dice che Gesù resuscita il ragazzo per compiere chissà quale opera. No, lo resuscita per darlo alla madre, che sembrava aver lasciato per sempre. L’incontro con Gesù diviene presagio dell’incontro con gli uomini, che devono divenire eterni ed inseparabili per mezzo della resurrezione dei morti. Quel giorno, che sarà l’ultimo trionfo del Figlio dell’uomo, sarà anche il giorno dell’incontro universale fra gli uomini e il mondo. Tutti i vincoli umani si rinsalderanno, le madri saranno restituite ai figli, i figli alle madri, i mariti alle mogli, tutti a tutti. Alla fine del mondo l’incontro sarà definitivo, anche se già in questa vita qualche volta percepiamo l’annuncio di quel grande avvenimento. I peccati spesso ci separano e ci allontanano uno dall’altro, e il contatto con Cristo è sacramento di riconciliazione. In ogni caso il risultato è incontrare di nuovo gli altri, gli affetti che avevamo perduto, perché spiritualmente siamo risuscitati a vita nuova» (ŠPIDLÍK TOMÁŠ, Il vangelo di ogni giorno. Riflessioni sul vangelo feriale. Vol. IV, Lipa, Roma 2001, p. 94).
Il secondo commento sottolinea un rapporto molto intenso tra morte dell’anima e morte del corpo, tra morte invisibile e morte visibile.
«La madre vedova si rallegra per il figlio risorto; la Madre Chiesa si rallegra per gli uomini che risuscitano nell’anima. Quello è morto nel corpo; questi lo sono nello spirito; la morte visibile del giovinetto viene pianta manifestamente; la morte invisibile dei peccatori non è pianta né si vede. Vada in cerca di questi morti chi li conosce, chi può farli tornare in vita» (S. AGOSTINO, Sermo 98, 2, in La Bibbia di Navarra. I quattro Vangeli, vol. I, Ares, Milano, p. 588).
Il primo è piuttosto consolante, il secondo incute un po’ di sano e santo timore. Il punto di contatto tra i due commenti lo vedo nel cenno al Sacramento della Riconciliazione (nel primo commento).