Il pensiero di stasera è piuttosto impegnativo, anche perché richiede anzitutto una meditazione personale e approfondita delle due letture della s. Messa di questo venerdì della XIX settimana. La Prima Lettura è tratta dal capitolo 16 del profeta Ezechiele, mentre il Vangelo narra la posizione di Gesù sul divorzio. Spesso sento dire da tanti dopo un divorzio (o anche dopo una separazione): “la mia ex moglie” o “il mio ex marito”; è una bestemmia contro il matrimonio, sacramento indissolubile! Il marito e la moglie restano tali per tutta la vita! Gesù perciò equipara i divorziati risposati agli adulteri: questa verità mi pare del tutto persa anche presso i “cattolici” non formati che frequentano le nostre parrocchie. Mi fa sorridere l’invito del vescovo di Avellino a preferire la versione lunga e non la breve della Prima Lettura. Scegliere la lettura breve significherebbe perdere il messaggio bellissimo che il Signore ci vuole comunicare.
«Lectio Divina
Alfieri del sogno
Lettura
La grande allegoria di Ezechiele 16 è una delle più commoventi pagine dell’Antico Testamento; spero che i parroci non scelgano la seconda opzione per togliersi d’impaccio. Erroneamente pensiamo che certe pagine della Bibbia possano sporcarci le mani o il cuore. C’è tutta la storia di Israele, ed anche nostra, nascosta tra le pieghe e negli ammiccamenti di questo testo. La bambina, gettata come oggetto ripugnante, è consegnata ad una nutrice e riceve tutte le cure: le è tagliato finalmente il cordone ombelicale, viene lavata e riceve le frizioni di sale, è avvolta in fasce. Il secondo incontro con il Re avviene in età puberale, quando la nuova forma di nudità può esporre la ragazza ad ogni violenza, e invece il sovrano la copre con il lembo del suo mantello – lo stesso dell’emorroissa del Vangelo? – per darle dignità, una veste, una casa, uno sposo. È ripulita dal sangue che non è più quello della nascita, ma del menarca, e rivestita di gioielli e regalità, bella, bellissima, fino a diventare regina. “Tu però…”: comincia così il solco doloroso di una mancanza di riconoscenza e di una sfrenata libidine che mette in angolo il Grande Benefattore. Non farai fatica a riconoscere la tua storia di grandezza e perdizione, di santità e di perversione, fino alle lacrime.
Meditazione
Ancora in tema nuziale, torna il Vangelo sull’annosa questione del ripudio, della Legge di Mosè, della durezza del cuore, della carne non più riconosciuta come propria. Gesù aggira le leggi e la giurisprudenza, e riporta il discorso alla levatura del sogno di Dio: “Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina…”? Se aprendo il rubinetto di casa esce fango io posso: accontentarmi di ciò che passa il convento, intentare causa all’acquedotto, chiedere pareri ai vicini di casa, comprare un depuratore o fare un pellegrinaggio in montagna fino alle sorgenti per bere, almeno di tanto in tanto, acqua cristallina. La cultura può mutare la natura, le leggi diventare permissive per arginare il peggio, gli abbracci diventare morse, la notte della ragione partorire mostri, ma prima o poi dobbiamo tornare al sogno di Dio sull’umanità e sulla storia e, dall’alto di un monte, gustare l’ebbrezza dell’aria tersa e di uno sguardo a trecentosessanta gradi. Per ogni aspetto il credente deve tracciare una linea tra il “qui ed ora” e l’ “in principio”, tra le trasformazioni della storia e la legge scritta nel cuore, di cui conserva memoria la coscienza. Quando per la durezza del cuore si ricorre a sconti e deroghe, supplichiamo qualche coppia e qualche consacrato di ricordarci “il Sogno”. Tu te la senti? “Sì, con la grazia di Dio, lo voglio!”.
Preghiera:
La memoria e la profezia del Matrimonio-Sacramento, Signore, non sia irrimediabilmente perduta tra noi. Mandaci alfieri che, senza polemiche, tengano ancora alta la bandiera del tuo Sogno.
Agire:
Stasera porto dei fiori a mia moglie» (AIELLO ARTURO, Alfieri del sogno, in Messa meditazione 2024, luglio-agosto, pp. 351-352).
Voglio sottolineare il rapporto tra natura e cultura, il ruolo del diritto e della ragione. Ieri segnalavo la “teologia del corpo” di papa Wojtyla. Lì ci sono state donate pagine stupende per avere le idee chiare sul Vangelo di oggi. Piangendo, non posso non evidenziare l’enorme differenza tra “Familiaris consortio” e “Amoris laetitia”.