Da qualche tempo, quando penso allo Spirito Santo, provo un grande pentimento per come l’ho trascurato per anni. Ogni giorno di più sperimento come la vita cristiana consiste proprio in questo: nel lasciare che Lui operi in noi.
Un’altra esperienza, che il Signore mi sta donando recentemente, è un più intenso rapporto con san Giuseppe e resto sempre più ammirato per come egli si è fidato appunto dello Spirito Santo.
Di san Giuseppe ammiro l’obbedienza, la fiducia, l’umiltà, la pazienza, la docilità, la laboriosità, il silenzio, la purezza, la fedeltà, la prudenza, la perseveranza.
Ecco una preghiera donataci da papa Montini.
«O San Giuseppe, Patrono della Chiesa, tu che, accanto al Verbo incarnato, lavorasti ogni giorno per guadagnare il pane, traendo da Lui la forza di vivere e di faticare; tu che hai provato l’ansia del domani, l’amarezza della povertà, la precarietà del lavoro: tu che irradii oggi, l’esempio della tua figura, umile davanti agli uomini ma grandissima davanti a Dio, proteggi i lavoratori nella loro dura esistenza quotidiana, difendendoli dallo scoraggiamento, dalla rivolta negatrice, come dalle tentazioni dell’edonismo; e custodisci la pace nel mondo, quella pace che sola può garantire lo sviluppo dei popoli e il pieno compimento delle umane speranze: per il bene dell’umanità, per la missione della Chiesa, per la gloria della Trinità Santissima. Amen» (San Paolo VI, 1-5-1969).