Le letture della s. Messa di oggi sono molto ricche e complesse. Il brano del Vangelo è di importanza decisiva per chi cerca di comprendere quale novità Gesù intende portare alla morale dell’AT, caratterizzata dal decalogo. Sul sito della parrocchia ho indicato alcuni commenti e anche un po’ di bibliografia. Nella Prima Lettura, viene narrato lo scontro tra Elia e i 450 falsi profeti. Ecco le riflessioni di don Fallica.
«Per descrivere l’esperienza di fede o il nostro incontro con Dio, noi usiamo molti verbi. Ascoltare, parlare, credere, vedere, obbedire.
Quali verbi sono per me più significativi?
È fondamentale il verbo rispondere.
Dio parla e noi rispondiamo. Noi parliamo e Dio risponde.
Dio non è solo Parola, è dialogo. Con noi parla, ascolta, risponde.
Ecco la differenza tra Dio e Baal. Noi possiamo conoscere davvero Dio quando percepiamo che è un Dio che risponde. Certo, la sua risposta non è sempre quella che noi attenderemmo. Spesso non riusciamo ad ascoltarla perché ci sorprende, ci apre prospettive diverse rispetto a quelle alle quali siamo affezionati o abituati, scombina non poco i nostri progetti, scardina i nostri pregiudizi. Lo ricorda anche Elia: il Dio che risponde è sempre il Dio che converte il cuore. E questo vale non solo per i falsi profeti chiamati a convertirsi da un idolo muto al vero Dio che parla e che risponde; vale per Elia stesso, che qui chiede a Dio di manifestarsi nel segno di un fuoco che tutto consuma, ma che poi dovrà giungere a comprendere, sul monte Oreb, che Dio ama parlare con il sottile silenzio di una brezza leggera, che ristora e persuade interiormente. E per Elia il faticoso cammino, attraverso il deserto, dal Carmelo all’Oreb rappresenterà anche il necessario cammino di conversione per conoscere in modo più vero il mistero di Dio»
(Luca Fallica, Rispondere!, in Messa e preghiera quotidiana, 2018, giugno, pp. 140-142).