Pensiero serale 10-08-2024

Stasera vi presento il commento di mons. Aiello alle letture di questo sabato anche in riferimento al santo che festeggiamo oggi che, secondo la tradizione, morì martire nel 258, bruciato su una graticola. Certamente il Vangelo di oggi (Gv 12,24-26) contiene espressioni non facilmente comprensibili (che significa che siamo esortati a “odiare la vita”?), ma come sempre il vescovo di Avellino ci aiuta ad attuare la Parola di Gesù nella nostra vita quotidiana. Vi invito a soffermarvi in particolare su ciò che è scritto a proposito della “preghiera”.

 

«Lectio Divina

Sorrisi sulla graticola

 

Lettura

La Seconda Lettera ai Corinzi ha al suo centro l’organizzazione, la motivazione e l’incitamento di Paolo per la colletta che egli ha in cuore di realizzare a favore della comunità cristiana di Gerusalemme. Per l’apostolo non c’è divisione tra principi generali e vita pratica, ma tutto rientra nell’identità cristiana e nell’attesa della venuta di Cristo. Perciò riporta riferimenti teologici e massime come “chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà”, laddove sembra si ponga solo un gesto di carità intelligente e fattiva. Anche noi, durante la celebrazione domenicale, facciamo avvisi di raccolte per l’una o l’altra emergenza, ma ci mancano i “voli” di Paolo, che pongono i singoli gesti in un respiro di fede. Alla generosità dell’offerente fa eco quella del Creatore, che non farà mancare il necessario a chi apre la mano al povero: “Dio ama chi dona con gioia”. Il salmista risponde con l’immagine del giusto che “dona largamente ai poveri, la sua giustizia rimane per sempre, la sua fronte si innalza nella gloria”.

 

Meditazione

Il vangelo ci mette di fronte alla nostra vita, grande opportunità di scelta che ha risvolti di eternità: beata o infelice. La vita è una semente preziosa da seminare nei solchi dell’amore, o da tenere gelosamente per noi, quasi fosse nostra. Amare la vita è perderla, e perderla è guadagnarla.

Il seminatore si stacca dal seme, gettandolo lontano da sé nei solchi bui della morte e dell’inverno che copre di neve i campi. Se fosse tentato di conservare in casa la semente, magari in cassaforte, non ci sarebbe grano né pane.

La tua vita vuoi spenderla, o trattenerla dicendo “lo sono mio!”? Gesù ha sperperato la sua umanità e la sua divinità, sottoponendosi ad una morte atroce per la nostra salvezza. Dietro di Lui la schiera ininterrotta dei Martiri che lo hanno seguito, donando con gioia la propria esistenza per una grande causa. «Dove sono io, là sarà anche il mio servitore». E dov’è il Maestro? Sulla Croce, nell’offerta di sé, laddove lo segue il discepolo. Il diacono san Lorenzo, che oggi ricordiamo e di cui chiediamo l’intercessione, seguiva papa Sisto come “amministratore della carità” – oggi diremmo che era il suo economo. Nella persecuzione, prima il Papa e poi il suo fedele Diacono vengono martirizzati. Offrono con gioia la loro vita, dopo aver offerto i loro beni, sapendo che l’unica “banca” che mai fallisce è il Cuore di Cristo, in cui riponevano ogni speranza.

 

Preghiera: 

Tu, Lorenzo, sai che è difficile restare sui “carboni ardenti” dei nostri impegni quotidiani, vocazionali, affettivi, di lavoro o di relazione. La tentazione di alzarci e andarcene altrove è grande e continua. Insegnaci a “restare sulla graticola” anche quando diventa incandescente. Il ricordo di Gesù ci consoli, la tua testimonianza radicale ci imponga di rimanere, magari anche con una punta di ironia.

 

Agire: 

C’è un amico in difficoltà di salute o familiare: gli faccio giungere un segno di vicinanza» (AIELLO ARTURO, Sorrisi sulla graticola, in Messa meditazione 2024, luglio-agosto, pp. 305-306).