Pensiero serale 08-02-2025

Oggi desidero invitarvi a riflettere ancora sul Vangelo della s. Messa di ieri (Mc 6,14-29). Entrambe le letture di ieri ci donavano un prezioso insegnamento sull’indissolubilità del matrimonio e sul grande valore della fedeltà coniugale (Eb 13,4; Mc 6,17-18). Il commento, che vi spedisco ora, ci aiuta nel delicato compito dell’esame di coscienza (con un riferimento particolare alle omissioni).«MeditazioneNel Confiteor affermiamo di aver peccato “in pensieri, parole e opere”, cioè di aver commesso azioni contrarie alla carità, ma anche “in omissioni”, non avendo fatto il bene possibile, o permettendo silenziosamente il male. E il caso di quanti sono con Erode alla festa. Il Battista, infatti, non è vittima solo del re, di Erodiade e di sua figlia, ma anche di chi nel silenzio ha accettato che tutto questo avvenisse. Gli invitati alla festa del re mangiano, bevono, si divertono, si compiacciono anch’essi della danza della fanciulla e ascoltano il giuramento di Erode. Assistono in piena consapevolezza alla tragedia che inesorabilmente si consuma sotto i loro occhi, ascoltano l’assurda richiesta della ragazza, osservano Erode dare l’ingiusto compito ad una guardia, e attendono con trepidazione l’arrivo del vassoio con le spoglie del Battista. Sono colpevoli? Potremmo anche dire di no: non sono loro a decidere, a dare gli ordini, sono solo degli invitati. Anch’essi rientrano a pieno titolo tra coloro che “non hanno rubato né ammazzato” e, in quanto tali, apparentemente esenti da colpe.Ma è davvero così? E se fossero intervenuti, se avessero cercato di convincere Erode che non era il caso di procedere, nonostante la solenne promessa, e che l’assassinio di un giusto era un male più odioso di un innocuo spergiuro? Se anche avessero rischiato di esser tagliati fuori dall’alta società pur di difendere la giustizia e la verità? Se si fossero dissociati da una decisione immorale? Forse il Battista non sarebbe morto! È facile denunciare il male intorno a noi, a casa, in ufficio o in parrocchia ma, concretamente, cosa stiamo facendo noi, nelle diverse situazioni di ogni giorno, per arginare il male e far trionfare la giustizia e la pace?Preghiera: Gesù, quando invoco la pace, dammi di essere anzitutto operatore di pace; quando chiedo giustizia, concedimi dapprima di essere io stesso mite e giusto. Quando fremo per il peccato del fratello, ricordami di togliere anzitutto la trave dell’iniquità presente in me. Che mai venga meno al dovere della carità.Agire: Come Maria a Cana, mi chiederò cosa posso fare io perché ci sia gioia e pace intorno a me» (ANTONIO COLOMBINO, Le colpevoli omissioni, in Messa meditazione 2023, gennaio-febbraio, pp. 275-276).