Stasera voglio ancor porgervi una riflessione sulla fede e preferisco restare sul Vangelo di martedì scorso (Mc 5,21-43). Non ricordo l’autore di questo brano (in base allo stile mi sembra il teologo milanese Inos Biffi. Se qualcuno lo individua e mi informa, gli sarò grato).
Siamo aiutati a meditare ancora sui temi del “toccare” e della “vicinanza”.
«C’è uno sforzo da parte di Gesù per far approfondire la fede alla donna guarita: quello che è avvenuto in lei non è qualcosa di magico, ma un incontro personale con Cristo. Perciò la donna viene invitata ad un incontro personale con il suo Salvatore.
Questa donna è un esempio di come Gesù si rivolge a chi mostra in Lui un fiducia infantile: Egli elargisce la guarigione e orienta verso quella fede completa alla quale è promessa una più vera salvezza. La sua parola alla donna già risanata corregge, senza darlo a vedere, la concezione inadeguata che ella aveva: solo la sua fede le ha procurato la guarigione; ma non come una fede nei miracoli che agisce magicamente, bensì come la fiducia di un credente che Dio ha voluto premiare. Gesù assicura alla donna, basandosi sulla fede di lei, quel genere di “salvezza” che fa presagire la salute di tutta intera la persona umana. Il culmine della vicenda si ha con la parola finale rivolta alla donna: “Figlia, la tua fede ti ha salvato”. Vi è qui di nuovo, come nel prodigio della bonaccia sul lago, un pressante ammonimento ad aver fede. Non è la fiducia in un gesto magico che può salvare, ma l’incontro personale con Gesù mediante la fede. La donna che aveva cercato di carpire la guarigione di nascosto ottiene la salvezza mediante la sua fede esplicita.
Il miracolo non è magia, ma esito di preghiera e di affidamento. Tutti quelli che toccavano fisicamente Gesù ottenevano miracoli e guarigioni? No, solo quella donna, perché toccava con fede. Allora tutti quelli che hanno fede, ottengono guarigioni e risurrezioni? Non appare; tutti quelli che hanno fede, entrano invece sicuramente in comunione con Gesù. Non è ancora avvenuto nulla di importante, finché non si giunga ad un incontro personale con Gesù, incontro che si compie solo per mezzo della parola, anzi del dialogo. È da Gesù che parte lo sguardo che cerca e che crea la comunione con l’uomo. La fede è più che fiducia in un taumaturgo, anche se comincia in questa forma. Proprio per questo la donna doveva prendere coscienza di quanto era accaduto nel più profondo.
Commenta Agostino: “È con la fede che si tocca Cristo”. Non basta, per “toccarlo”, che Egli sia presente; non sono sufficienti i riti e i sacramenti; e ci vuole assai di più di una coscienza familiare della Scrittura o dell’essere in uno stato religioso o in un ordine sacro: quando manchi la fede, nella quale ci si decide in Gesù Cristo in forma radicale per la forma della propria esistenza, Cristo rimane ancora nella estraneità. Non c’è da farsi illusioni: la fede insostituibile nasce dall’intimo dell’anima, e non c’è condizione ecclesiale che automaticamente preservi dall’incredulità; e, d’altro canto, la stessa fede può accendersi in colui che ci sembra più lontano dal sacro, più fuori mano dal gruppo dei vicini, di quelli che fanno ressa attorno.
Giairo e la donna malata hanno in comune una fede iniziale e Gesù vuole aiutarli a compiere un cammino ulteriore, difficile, ma verso la luce. Giairo è sottoposto ad una grande prova di fede: la sua fede – alla notizia della morte della figlia – subisce uno scossone notevole. Gli suggeriscono di lasciar perdere, non è più il caso: Gesù sarebbe capace solo di guarire i malati, non di risuscitare i morti. Sono questi i momenti in cui si gioca la continuità di un rapporto con Lui: quando la realtà ha pronunciato la sentenza più brutale e inappellabile. Una fede che tratti con Gesù solo … gli affari possibili non è fede. La vera fede è quella capace di combinare con Lui gli affari impossibili!».
Ci credo davvero che per Dio nulla è impossibile? (Cfr. Mt 19,26).
Mi ha colpito molto anche questa frase: «Non c’è condizione ecclesiale che automaticamente preservi dall’incredulità».
Vi invito a pregare per le tante persone che si rivolgono a me per forti necessità fisiche e spirituali, in particolare per una signora che si chiama Loredana. Io continuo a pregare ogni giorno per le vostre intenzioni.