Pensiero serale 06-12-2024

Mi ha molto colpito il vangelo della s. Messa di ieri (Mt 7,21.24-27). Vi spedisco il commento donatoci da un grande biblista.

 

«La vera fiducia si manifesta nel compimento della parola Lo possiamo illustrare con un esempio. Avere fiducia in un medico non vuol dire soltanto ascoltare la sua diagnosi, credere all’esattezza di ciò che egli dice, ma vuol dire anche accettare i rimedi che egli propone; altrimenti si tratterebbe di una fiducia illusoria. La stessa cosa avviene con il Signore. È una fiducia illusoria dire: “Gesù è il Salvatore”, “Gesù è la bontà stessa”, “Gesù e la misericordia”, e poi non mettere in pratica la sua parola. La vera fiducia ci spinge ad accogliere la parola di Gesù in modo da trasformare la nostra vita.

In questo siamo invitati a imitare Maria, la quale ha avuto sempre fiducia nella parola del Signore e l’ha messa in pratica in tutta la sua esistenza. Ella ha detto: “Ecco la Serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). Non ni tratta soltanto di ammirare il disegno di Dio, ma di accoglierlo in noi, di dare la nostra carne e il nostro sangue perché questo disegno prenda consistenza nella nostra vita e nel mondo intero.

È nella parola del Signore che dobbiamo avere fiducia, non nei nostri pensieri e nelle nostre opere. Dobbiamo accogliere la parola di Dio come una forza che viene in noi e che opera in noi, e non considerarla una parola che ci viene rivolta, ma che rimane esterna a noi e ci lascia soli nel metterla ini pratica Qui sta la grande differenza fra parola divina e parola umana. Una parola umana può darci un certo aiuto, ma non riesce a penetrare nella nostra anima e non è capace di trasformarla. La parola di Dio, invece, è in noi veramente una forza vitale, ed è su di essa che dobbiamo costruire la nostra esistenza, perché essa è solida come “una roccia eterna”. Gesù afferma: “Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia”. […]

Come Maria, accogliamo anche noi la parola del Signore, sapendo che in essa è la nostra forza. Accogliamola non soltanto con la nostra intelligenza, ma con tutto il nostro essere, con la nostra affettività, con la nostra volontà e con le nostre capacità operative. È necessario che ci sia un’unione intima fra la parola del Signore e tutto quanto è vivo in noi.

Il Signore ci propone in ogni momento la sua parola, che è roccia, ci fa superare tutte le contrarietà e ci dà la vittoria, È questa vittoria che si deve realizzare in ogni momento nella nostra vita. La nostra felicità consiste nel sapere che il Signore è vittorioso, è il Salvatore, e che ci offre, in un modo o nell’altro, la partecipazione alla sua vittoria, se noi apriamo a lui con piena fiducia il nostro cuore e la nostra vita» (VANHOYE ALBERT, Il pane quotidiano della Parola, volume I – Tempi forti, Edizioni AdP, Roma 2014, pp. 22-23).

 

Mi chiedo spesso cosa conta di più nella vita in generale e, in particolare, nella vita cristiana, cioè nel condurre la nostra esistenza da veri discepoli di Gesù. In altre parole, cosa Gesù ci chiede? Cosa desidera da noi? Qual è il modo migliore per prepararsi al Natale? Cosa ci insegna la Vergine Maria? Cosa soprattutto dobbiamo imparare da lei? E poi mi chiedo: cosa c’è alla radice dei nostri peccati, della nostra lentezza nella crescita spirituale? Ieri, meditando il Vangelo della s. Messa e grazie a un grande esegeta gesuita, ho trovato la risposta (una sola!) a tutte queste domande: la fiducia. 

Nel Vangelo di ieri c’era la contrapposizione tra due case, tra due modi diversi di porsi verso la Parola. Da cosa dipende se io metto in pratica o no la Parola di Dio? Perché faccio o non faccio la volontà di Dio? La risposta è molto semplice. La questione di fondo non è la fragilità o la debolezza umana. Oggi buona parte della pastorale è inquinata da questo errore di fondo: pensare che: “siccome siamo deboli, restiamo fragili, tanto Gesù comunque perdona tutto”. Invece, io penso che il maestro dallo studente, i genitori dai figli, Gesù da noi desidera una sola cosa per poter operare in modo efficace: la fiducia. Se ho fiducia in Lui, certo resto fragile, ma la sua Parola opera in me in modo onnipotente e trasformante.