Pensiero serale 06-01-2025

L’episodio narratoci dal Vangelo di oggi mi fa pensare al Cammino di Santiago di Compostela o, meglio, alla vita di ciascuno di noi paragonabile appunto a un cammino. Vi presento una poesia bellissima di padre Turoldo, presentataci da Maccioni.

«Inutile dire che il 6 gennaio la solennità dell’Epifania richiama i Magi, figure raccontate dal Vangelo di Matteo nei primi 12 versetti del secondo capitolo. Questi personaggi misteriosi e affascinanti hanno ispirato poeti e mistici ma parlano a ciascuno di noi testimoniando il coraggio e la fatica del mettersi in cammino, la fiducia nell’esistenza di un disegno più grande, il rischio di fare incontri sbagliati, come accadde loro con Erode. In questa sua poesia spirituale David Maria Turoldo […] sottolinea però un altro aspetto, cioè come i Magi siano “l’anima eterna dell’uomo che cerca”. Perché siamo tutti mendicanti d’infinito, pellegrini sulle strade della vita e l’esempio dei Magi ci invita a non temere la solitudine e i pericoli, sicuri che alla fine del viaggio siamo attesi da una luce senza fine» (RICCARDO MACCIONI, L’anima eterna dell’uomo che cerca, in Avvenire, 6 gennaio 2025).

Ecco la poesia di padre Turoldo.

«Eran partiti da terre lontane: in carovane di quanti e da dove? Sempre difficile il punto d’avvio, contare il numero è sempre impossibile. Lasciano case e beni e certezze, gente mai sazia dei loro possessi, gente più grande, delusa, inquieta: dalla Scrittura chiamati sapienti! Le notti che hanno vegliato da soli, scrutando il corso del tempo insondabile, seguendo astri, fissando gli abissi fino a bruciarsi gli occhi del cuore! Naufraghi sempre in questo infinito, eppure sempre a tentare, a chiedere, dietro la stella che appare e dispare, lungo un cammino che è sempre imprevisto. Magi, voi siete i santi più nostri, i pellegrini del cielo, gli eletti, l’anima eterna dell’uomo che cerca, cui solo Iddio è luce e mistero» (DAVID MARIA TUROLDO).

Certamente Erode ebbe una reazione di totale rifiuto nei confronti di Gesù, ma “i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo” (Mt 2,4) neanche si mossero per andare a Betlemme. È bene che ognuno si chieda quale cammino gli resta ancora da percorrere per un vero e fecondo incontro col Salvatore. Quale ostacolo devo rimuovere da questo cammino, quale pigrizia, quale peccato devo cancellare per accogliere Gesù sul serio e non con una fede più o meno ridotta a canti, emozioni, sentimenti, pie “tradizioni”? E devo anche fare seri propositi per far sì che tale incontro con Gesù si concretizzi nel servirLo nei miei fratelli. È precisamente questo il grande insegnamento che mi è stato donato ieri sera quando è stata aperta la Porta Giubilare della Mensa dei poveri nei locali della mia parrocchia a Battipaglia. Forse mai come ieri sera ho capito di essere “servo inutile” e ho sentito la chiamata alla conversione. Ho studiato molto la virtù della carità, ho scritto su questo argomento nel Manuale, potrei mostrarvi una ricchissima bibliografia sull’Amore, ma ieri sera ho toccato con mano che il Vangelo è vita, molto più che studio e ragionamento.