Anche stasera mi lascio guidare dalle parole di monsignor Aiello e vi spedisco il commento a entrambe le letture della s. Messa di oggi, anche se il vescovo di Avellino si sofferma molto di più sul brano del Vangelo.
«Lectio Divina
Il bene che passa cambia la storia
Lettura
Nella prima lettura abbiamo letto della nascita di Isacco e dell’allontanamento di Agar e di suo figlio, Ismaele. Dio ha uno sguardo compassionevole per tutti, non solo per il figlio erede. L’amore di Dio non fa preferenza di persona. “Attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe. Ma io farò diventare una nazione anche il figlio della schiava, perché è tua discendenza”. Nel vangelo, dopo la tempesta sedata da Gesù, la barca approda all’altra riva. Questa “altra riva” è quella dei pagani, dei lontani, dei non aventi diritto, dei discendenti di Ismaele, che sono stati allontanati dal figlio della promessa, per non comprometterne la purezza del sangue. Spesso Gesù fa delle puntate verso queste zone spurie, facendo arricciare il naso dei benpensanti. Ma anche qui ci sono uomini e donne che, senza saperlo, invocano salvezza.
Meditazione
Nel paese dei Gadarèni Gesù viene accolto da una “delegazione” di indemoniati, che presentano le loro “credenziali” e fanno il “discorso di benvenuto”. Sono come bestie feroci, lesivi per sé e per gli altri, vengono fuori dai sepolcri dove hanno stabilito il loro quartier generale. L’evangelista Matteo annota che la furia dei due uomini feriti ha reso impraticabile la strada al punto che nessuno più vi passa.
È l’esperienza del male che dilaga a cerchi concentrici e si trasmette alle piante e alle pietre, rendendo deserti anche quei luoghi che prima erano giardini rigogliosi. Il male uccide la vita in tutte le sue forme, avvelena l’aria, rinsecchisce le relazioni, imbruttisce le persone. I discepoli fanno un passo indietro e già stringono l’impugnatura di armi di fortuna per difendersi, ma Gesù si avvicina come farà Francesco con il lupo di Gubbio. Il bene, dove passa, bonifica e porta pace. “Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto a tormentarci prima del tempo?”. Davanti all’avanzata della Santità il male si ritrae impaurito, e teme che si possa portare ordine nel suo squilibrio. I demòni e gli indemoniati conoscono, ma non credono, perché non basta conoscere Gesù come Figlio di Dio: bisogna amarlo e permettere che Egli regni su di noi. A volte abbiamo timore che mezzo secolo di sforzo catechistico – mai è stato così puntuale nei secoli passati! – possa sgretolarsi in un attimo, perché dalla conoscenza intellettuale non siamo passati all’incontro dei cuori. Mi interrogo se anche la mia fede non sia ammalata di intellettualismo. Gli uomini posseduti, dopo la guarigione, sembrano stracci svuotati di vita, ma poi aprono gli occhi e, per la prima volta, sorridono alla Vita.
Preghiera:
Signore Gesù, liberaci dal male che deturpa persone e cose, moltiplicandosi in mille metastasi che aggrediscono gli snodi vitali dell’uomo. Maestro buono, donaci la grazia del perdono che riporta sui nostri volti la gioia di essere salvati.
Agire:
Oggi compirò un gesto di bene in parole o in opere, che purifichi e sveleni il mio ambiente: in famiglia, a lavoro, tra i miei amici, in parrocchia» (Arturo Aiello, Il bene che passa cambia la storia, in Messa meditazione 2023, luglio-agosto, pp. 74-75).
Mi colpiscono molto i cenni all’intellettualismo e allo “sforzo catechistico”. Deve farci riflettere molto anche il titolo “Il bene che passa cambia la storia”. In parole povere, non solo bei pensieri, belle idee, bei propositi, belle preghiere, ma anche qualcos’altro.
È molto bello anche l’ “agire”.
Mi sembra che il punto decisivo sia la lotta tra il bene e il male. Io ho capito semplicemente questo: fin quando non mi deciderò davvero a dichiarare guerra al peccato (al mio, non a quello degli altri), io col cristianesimo e con la mia vita ci sto solo giocando, ma è un gioco che può finire assai male.