Non credo che sia facile meditare sugli angeli, sulla loro missione. Spero che ciò che vi spedisco stasera vi sia utile.
«All’inizio del mese di ottobre, la Chiesa ci fa celebrare nella liturgia la memoria degli angeli custodi, quasi a ricordare all’uomo smarrito e scoraggiato che nel suo cammino non è solo. C’è infatti una creazione visibile che vediamo, almeno in parte, con gli occhi corporei; c’è poi una creazione invisibile – eppure realissima – che possiamo percepire solo con i sensi spirituali, mediante la fede, la preghiera, l’illuminazione interiore che ci viene dallo Spirito Santo.
Chi sono, dunque, gli angeli? Essi sono innanzitutto per noi un segno luminoso della divina Provvidenza, della paterna bontà di Dio, che nulla di quanto è necessario lascia mancare ai suoi figli. Intermediari tra la terra e il cielo, sono creature invisibili messe a nostra disposizione per guidarci nel cammino di ritorno alla casa del Padre. Essi vengono dal Cielo per ricondurci al Cielo e per farci pregustare fin d’ora qualcosa delle realtà celesti. La custodia degli angeli può essere sperimentata talvolta anche in modo molto concreto e sensibile, purché la si sappia riconoscere. Si tratti di incontri “casuali” (che diventano però fondamentali e determinanti nella vita di una persona) o di un aiuto improvviso e insperato che si riceve in una situazione di pericolo; o ancora di un’intuizione fulminea che permette di accorgersi di un errore, di una dimenticanza…: come non sentirsi guidati, protetti e amabilmente soccorsi? Gli angeli ci proteggono da tanti pericoli di cui nemmeno ci accorgiamo. Soprattutto dal pericolo di diventare empi, di non ascoltare il Signore e di non obbedire alla sua parola; ci suggeriscono sempre pensieri retti e umili, sentimenti buoni.
Anche noi siamo chiamati a compiere gli uni verso gli altri un servizio simile a quello degli angeli e a farci buona compagnia lungo il cammino della vita per giungere insieme a contemplare il volto di Dio» (ZEVINI GIORGIO – CABRA PIER G., Lectio divina per ogni giorno dell’anno, Queriniana, Brescia, vol. 17, pp. 244-245).
Da queste parole siamo aiutati a vedere con più fede la nostra vita, in quanto abitata da Dio e visitata dalla Provvidenza. Siamo invitati a progredire nella purezza di cuore per poter ascoltare meglio i loro suggerimenti e siamo esortati a diventare anche noi in qualche modo “angeli” per gli altri. Infine, vi propongo di riflettere su un cenno agli angeli molto particolare fatto da Gesù (cfr. Mt 22,30).