In questi giorni siamo invitati (Prima lettura della s. Messa: libro di Giobbe) a meditare su un tema davvero arduo: la sofferenza. Ora vi spedisco un commento di altissimo livello. L’ho trovato su un libro acquistato 22 anni fa, ma solo oggi l’ho letto. Mi piace pensare che sono dei doni che il Signore mi fa perché io poi li possa condividere con voi.
«Tre sono le fasi attraverso le quali passano i convertiti: la fase iniziale, quella intermedia e quella finale. Nella fase iniziale trovano le carezze della dolcezza, in quella intermedia le lotte della tentazione, in quella finale la perfezione della contemplazione. Prima ricevono le dolcezze che li consolano, poi le amarezze che li tengono in esercizio, e infine le soavi realtà sublimi che li confermano. Così ogni uomo dapprima consola la sua sposa con dolci carezze, ma una volta che l’ha unita a sé, la prova con aspri rimproveri; e, dopo averla provata, la possiede sicuro di lei.
Così quando la gente d’Israele, dopo essersi promessa a Dio, fu da lui chiamata dall’Egitto alle sacre nozze spirituali: dapprima ricevette come pegno le carezze dei prodigi; ma, una volta unita a Dio, venne sottoposta alla prova, fu confermata nella terra promessa con la pienezza della virtù. Perciò, prima nei prodigi gustò ciò che doveva desiderare, poi nella fatica fu messa alla prova per vedere se sapeva custodire ciò che aveva gustato; finalmente meritò di ricevere con maggior pienezza ciò che, sottoposta alla prova, aveva custodito. Così la fase iniziale, blanda, addolcisce la vita di ogni convertito; la fase intermedia, aspra, la mette alla prova; e poi la piena perfezione la rafforza» (GREGORIO MAGNO, Commento morale a Giobbe, XXIV, 28).
Io sono certo che il cammino cristiano è del tutto privo di valore e significato fin quando non facciamo esperienza del mistero del dolore (normalmente, più che una semplice esperienza, è un vero e proprio “scontro”). Devo vedere se il mio rapporto col Signore è superficiale, egoistico e infantile oppure se da Lui mi lascio purificare e rafforzare. Tutto sta a vedere che esperienza ho fatto dell’Amore e della presenza di Dio. Se mi fido del suo Amore, facendo memoria di quanto Lui mi ha amato, posso reggere, con la sua Grazia anche nei giorni (spesso mesi, anni) di buio. Vi invito a meditare Gen 15,12 per Abramo. Pensiamo alla prova terribile cui fu sottoposto (cfr. Gen 22).
A proposito di sofferenza, vi ringrazio per come aiutate le persone che vi raccomando. Proprio poco fa sono stato informato di un altro caso tanto doloroso che pure vi affido.