Meditazioni di san paolo vi
«Gesù è al vertice delle aspirazioni umane, è il termine delle nostre speranze e delle nostre preghiere, è il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, è cioè il Messia, il centro dell’umanità, Colui che dà un senso agli avvenimenti umani, Colui che dà un valore alle azioni umane, Colui che forma la gioia e la pienezza dei desideri di tutti i cuori, il vero uomo, il tipo di perfezione, di bellezza, di santità, posto da Dio per impersonare il vero modello, il vero concetto di uomo, il fratello di tutti, l’amico insostituibile, l’unico degno d’ogni fiducia e d’ogni amore: è il Cristo-uomo. E nello stesso tempo Gesù è alla sorgente di ogni nostra vera fortuna, è la luce per cui la stanza del mondo prende proporzioni, forma, bellezza ed ombra; è la parola che tutto definisce, tutto spiega, tutto classifica, tutto redime; è il principio della nostra vita spirituale e morale; dice che cosa si deve fare e dà la forza, la grazia, per farlo; riverbera la sua immagine, anzi la sua presenza in ogni anima che si fa specchio per accogliere il suo raggio di verità e di vita, che cioè crede in Lui e accoglie il suo contatto sacramentale; è il Cristo-Dio, il Maestro, il Salvatore, la Vita.
[…] Gesù è per tutti, per ogni singola anima, per ciascuno di noi; e per ogni singolo popolo: ogni stirpe, ogni nazione, ogni civiltà lo può raggiungere, lo può avere; anzi lo deve raggiungere, lo deve avere; Gesù è per tutti. […] Cristo è necessario, senza di Lui non si può fare, senza di Lui non si può vivere; e inoltre: Cristo è sufficiente, basta Lui alla nostra guida suprema, alla nostra sapienza ultima, alla nostra salvezza eterna. Cristo è la vera e sola religione, Cristo è la sicura rivelazione di Dio, Cristo è il solo ponte fra noi e l’oceano di vita che è la Divinità, la Trinità santissima, per cui, volere o no, siamo stati creati e a cui siamo destinati. […]
La meditazione su Gesù, il Bambino di Betlem, l’operaio di Nazareth, il Maestro di Palestina, il Crocifisso del Calvario, il Risorto di Pasqua, si apre davanti come uno sconfinato panorama di verità vitali e stupende» (PAOLO VI, Udienza Generale 3 febbraio 1965, in Insegnamenti di Paolo VI, III, 1965, pp. 848-849).