Oggi, non possiamo non ricordare san Benedetto. Vi spedisco una piccola parte dell’omelia pronunciata 60 anni fa a Montecassino da san Paolo VI.
«San Benedetto ritorni per aiutarci a ricuperare la vita personale; quella vita personale, di cui oggi abbiamo brama ed affanno, e che lo sviluppo della vita moderna, a cui si deve il desiderio esasperato dell’essere noi stessi, soffoca mentre lo risveglia, delude mentre lo fa cosciente.
Ed è questa sete di vera vita personale, che conserva all’ideale monastico la sua attualità. Così lo comprendesse la nostra società, questo stesso nostro Paese, in altri tempi, tanto propizio alla formula benedettina della perfezione umana e religiosa, ed ora forse meno degli altri fecondo di vocazioni monastiche. Correva l’uomo una volta, nei secoli lontani, al silenzio del chiostro, come vi corse Benedetto da Norcia, per ritrovare se stesso (in superni Spectatoris oculis habitavit secum, “Dimorava con se stesso agli occhi dello Spettatore celeste” ci ricorda S. Gregorio Magno, biografo di S. Benedetto): ma allora questa fuga era motivata dalla decadenza della società, dalla depressione morale e culturale d’un mondo, che non offriva più allo spirito possibilità di coscienza, di sviluppo, di conversione; occorreva un rifugio per ritrovare sicurezza, calma, studio, preghiera, lavoro, amicizia, fiducia.
Oggi non la carenza della convivenza sociale spinge al medesimo rifugio, ma l’esuberanza. L’eccitazione, il frastuono, la febbrilità, l’esteriorità, la moltitudine minacciano l’interiorità dell’uomo; gli manca il silenzio con la sua genuina parola interiore, gli manca l’ordine, gli manca la preghiera, gli manca la pace, gli manca se stesso. Per riavere dominio e godimento spirituale di sé ha bisogno di riaffacciarsi al chiostro benedettino.
E ricuperato l’uomo a se stesso nella disciplina monastica è ricuperato alla Chiesa» (S. PAOLO VI, Omelia, 24-10-1964).
Auguro a ognuno di saper trovare in questo periodo estivo alcuni giorni da dedicare alla meditazione, magari in qualche monastero benedettino. Già in passato vi ho parlato dell’abbazia “Mater Ecclesiae” sull’isola di san Giulio nel lago d’Orta, in provincia di Novara. Ci sono stato due volte e ho davvero gustato la presenza di Dio.