Stasera preferisco meditare sul brano del Vangelo della s. Messa di ieri (Mt 9,32-38). Come nell’episodio del Vangelo di domenica scorsa (Mc 6,1-6), Gesù non è capito. Questo deve farci riflettere anzitutto sul fatto che non è facile cogliere l’identità e la missione di Gesù, specialmente se mancano umiltà e disponibilità. Inoltre è bene considerare il rischio, molto frequente, di cadere nell’errore di non saper valutare gli altri. Padre Špidlík ci invita a fare un piccolo esame di coscienza su questo che ritengo un punto delicato e forse decisivo, anche perché è collegato col modo di vedere e di amare e con la purezza di cuore.
«Gli presentarono un muto indemoniato
Si dice che giudichiamo gli uomini in base alle loro azioni, ma non è così vero. Infatti noi valutiamo le opere secondo l’atteggiamento che abbiamo nei confronti di quella persona; cioè, il nostro giudizio è alterato dai pregiudizi. I farisei che rifiutavano la divinità di Cristo non si lasciarono convincere neanche dai miracoli. Per loro erano compiuti sotto l’influsso dello spirito maligno. Gli uomini onesti si sforzano di non avere pregiudizi. Ma non è facile. Una conoscenza solo oggettiva è possibile in matematica, in chimica, in una delle cosiddette scienze esatte. Nella storia e nella letteratura i giudizi cambiano a seconda se si parla del proprio popolo o del nemico. Non è possibile giudicare una persona in modo oggettivo, perché smetterebbe di essere una persona, diventerebbe una cosa.
C’è solo un atteggiamento che non rende falso il nostro giudizio sugli altri, anzi lo rende vero: è l’amore puro. Chi ama gli uomini di amore puro, li ama come li ama Dio, e giudica rettamente loro e le loro opere» (ŠPIDLÍK TOMÁŠ, Il vangelo di ogni giorno. Riflessioni sul vangelo feriale. Vol. III, Lipa, Roma 2001, p. 193-194).