La preghiera molto ricca, che ora vi spedisco, ci consente di soffermarci ancora sulle letture della s. Messa di ieri. Maria Pia Giudici, suora salesiana, collega il tema dell’adulterio e del matrimonio (Prima Lettura) con l’argomento del “toccare” (Vangelo).
«Signore Gesù, mi riconosco idolatra e spesso adultero/a. Tu mi parli con grande amore. Effondi il tuo Spirito perché io mi lasci afferrare e condurre in quel deserto interiore che, da luogo di orribile vuoto e di morte, può diventare luogo di intimità nuziale con te, se cerco momenti di silenzio e di rientro al cuore abitato da te. È nel cuore che ti chiedo: accresci in me la fede che è proprio l’esperienza del “toccare” te e del “lasciarsi toccare” da te.
Se il tuo Spirito suscita in me la volontà di toccarti e di essere toccato/a da te: pregando, ricevendoti eucaristicamente vivo nella comunione, contattando il prossimo con la consapevolezza di contattare te, quel senso di perdita delle energie spirituali, quella morte che avverto se mi stacco da te, ecco: tu li vinci. È per questa fede che io, toccandoti, conosco te sponsalmente e sperimento che nel mio vivere o tutto si rivela come morte, o tutto – dolore compreso – si trasfigura e diventa te» (MARIA PIA GIUDICI, Oratio, in Lectio divina per ogni giorno dell’anno, Queriniana, Brescia 2000, vol. 6, p. 200).
Auguro a me e a ciascuno di voi di fare profonda esperienza di passaggio dalla morte alla pienezza di vita, dal senso del vuoto all’intimità nuziale con lo Sposo.