Oggi non posso non pensare alla famiglia. Poco meno di 60 anni fa con i miei genitori andai in un paese in provincia di Bergamo, Sotto il Monte, e cercammo una persona, Zaverio Roncalli. Trovatolo, gli chiedemmo di farsi fotografare con noi. Questa persona, che era un contadino (ed era vestito come un contadino), accettò, anche se era un po’ meravigliato. Aveva quasi 85 anni. Era fratello del santo che oggi la Chiesa ricorda, Giovanni XXIII. In genere i santi sono ricordati nel giorno in cui sono morti, perché la loro morte coincide con la nascita alla vita del Paradiso. Invece, Papa Giovanni morì il 3 giugno, ma è festeggiato l’11 ottobre, perché in questo giorno, 61 anni fa, iniziò il Concilio Vaticano II, da lui fortemente voluto. In quella sera pronunciò il famoso “Discorso della luna”.
Io credo che conoscere le vite dei santi ci aiuti molto per la crescita cristiana. Al tempo stesso sono grato a mio padre per avermi educato in questo modo e stasera voglio farvi conoscere il rapporto che papa Giovanni aveva con la sua famiglia. Certo, un papa può essere conosciuto attraverso il suo magistero, i suoi viaggi, la sua testimonianza, ma forse è meglio conoscerlo nella sua vita privata. Quando compì 49 anni, Roncalli era vescovo e visitatore apostolico in Bulgaria e scrisse una lettera ai suoi genitori. Credo che sia un piccolo capolavoro. Teniamo presente che i genitori di Angelo Giuseppe Roncalli e di Zaverio (complessivamente tredici fratelli) erano umili e semplici contadini. Visitare questi luoghi, conoscere questi santi, leggere i loro scritti è un immenso aiuto per capire cosa conta nella vita.
Sofia, 26 Novembre 1930
Miei cari Genitori,
non voglio finire questa giornata, che è la prima del mio cinquantesimo anno, senza una parola speciale per voi a cui debbo la vita. Stamattina nella preghiera vi ho ricordati in modo particolare, e non ho potuto non ringraziare il Signore un’altra volta di avermi concesso di godere per 50 anni l’assistenza di genitori così buoni e timorati di Dio come voi, e più ancora di avervi conservati sino ad ora in buona salute e con fondata speranza che vivrete ancora lungo tempo.
Benediciamo insieme la Provvidenza e continuiamo a tenerci abbandonati ad essa, per la vita e per la morte. Questo è il miglior modo di vivere: fidarsi del Signore, conservare la pace del cuore, prender tutto in buona parte, portar pazienza e far del bene a tutti, mai del male. Da quando sono uscito di casa, verso i dieci anni, ho letto molti libri e imparato molte cose che voi non potevate insegnarmi. Ma quelle poche cose, che ho appreso da voi, sono ancora le più preziose ed importanti e sorreggono e danno calore alle molte altre che appresi in seguito, in tanti e tanti anni di studio e di insegnamento.
Auguro di cuore che tutta la nostra famiglia rimanga sempre fedele agli insegnamenti ed agli esempi dei vecchi. Se con questi non diventerà ricchissima di danaro, sarà sempre ricca di quei tesori spirituali che sono la gloria vera di una casa anche in faccia al mondo, ed assicurano il finale congiungimento di tutti, nessuno eccettuato, nella gloria del cielo.
Aff.mo vostro figlio
+ Angelo Giuseppe, arcivescovo.
Approfitto di questo messaggio, che raggiunge tante persone, per farvi sapere (ma forse tanti già lo sanno) che stasera poco prima delle 21 su TV 2000 sarà trasmesso un film non proprio recentissimo (di 57 anni fa), ma che vi segnalo fortemente. Racconta la vita di uno dei miei santi preferiti. Nel 2000 fu proclamato da san Giovanni Paolo II patrono dei politici e dei governanti. È anche un esponente importante della letteratura inglese. Si tratta di Sir Thomas More.
La sua vicenda ci fa capire cosa è il diritto, cosa è la politica, cosa è la fedeltà a Cristo e quanto contano l’indissolubilità del matrimonio e il no totale al divorzio.
Questo film vinse sei premi Oscar. Il titolo fa capire ben poco di quale argomento si tratti: “Un uomo per tutte le stagioni”.