Una triste parodia della vita cristiana è il “minimismo”. Quante volte si pensa che il celibato sacerdotale significa che i preti non si sposano, oppure che il cristianesimo consista nell’andare a Messa la domenica (meglio, il sabato sera… per “togliersi il pensiero!”), nel recitare qualche bella preghiera e cercare di non rubare e non ammazzare. Invece, al centro del cristianesimo c’è semplicemente l’amore ed è molto significativa l’analogia (cfr. Ef 5,1-33) con l’amore coniugale (nei matrimoni in cui c’è tale amore!!!). Ora vi spedisco alcune riflessioni di don Tonino Bello. Credo che ognuno, cominciando da me, debba usarle anche per un sereno, ma intenso esame di coscienza.
«Innamorarsi di Gesù Cristo, come fa chi ama perdutamente una persona e imposta tutto il suo impegno umano e professionale su di lei, attorno a lei raccorda le scelte della sua vita, rettifica i progetti, coltiva gli interessi, adatta i gusti, corregge i difetti, modifica il suo carattere, sempre in funzione della sintonia con lei. Cosa non fa ad esempio un uomo per la sua donna, perché ha impostato la sua vita su di lei?
Osservando la vita di tanti nostri amici, dei nostri compagni di studi, ci accorgiamo come l’amore totalizzante investe non soltanto l’aspetto della loro affettività, ma trascina nel suo vortice i giorni, le notti, il riposo, il lavoro, la gioia, il dolore, le delusioni, le speranze. È un investimento totale.
Quando parlo di innamoramento di Gesù Cristo voglio dire questo: un investimento totale della nostra vita. Per noi il Signore non è una fascia, una frangia, un merletto, sia pure notevole, che si aggiunge al panneggio della nostra esistenza.
L’amore per Cristo, se non ha il marchio della totalità, è ambiguo. Il Part-time, il servizio a ore, magari col compenso maggiorato per lo straordinario, con Cristo non è ammissibile; un servizio a ore saprebbe di mercificazione.
Innamorarsi di Gesù Cristo vuol dire: conoscenza profonda di lui, dimestichezza con lui, frequenza diuturna nella sua casa, assimilazione del suo pensiero, accoglimento senza sconti delle esigenze più radicali del Vangelo. Vuol dire centrare davvero la vita intorno al Signore Gesù, perché la nostra esistenza, come diceva Dietrich Bonhoeffer, diventi una esistenza teologica» (Don Tonino Bello, Cirenei della Gioia – esercizi spirituali predicati a Lourdes).
Chi vuol capire cosa penso del “minimismo” (uno dei grandi nemici della morale cristiana) può vedere l’indice analitico del Manuale a p. 707 (ovviamente la voce “minimismo”).