20-08-2023

Stasera vi spedisco il discorso tenuto stamattina dal Papa in occasione della recita dell’Angelus. Anche oggi egli ci ha rivolto numerosi interrogativi; ha evidenziato il tema dell’universalità e quello della fede e ha distinto la fermezza e la rigidità. Sono argomenti molto delicati, sui quali oggi nella Chiesa purtroppo è diffusa una confusione incredibile. Mi limito a segnalarvi l’importantissima Dichiarazione “Dominus Iesus” firmata il 6 agosto 2000 dall’allora Cardinale Prefetto Joseph Ratzinger e il Catechismo della Chiesa Cattolica che afferma: «La fede è innanzi tutto una adesione personale dell’uomo a Dio; al tempo stesso ed inseparabilmente, è l’assenso libero a tutta la verità che Dio ha rivelato» (n. 150).

Mi permetto anche di segnalare il mio Manuale, in particolare la voce “fede” nell’Indice analitico a p. 702. Se abbiamo idee confuse sulla fede, avremo sicuramente idee sbagliate anche sul dialogo interreligioso (che pure è in qualche modo trattato nelle letture della s. Messa di oggi).

 

«Oggi il Vangelo narra l’incontro di Gesù con una donna cananea, al di fuori del territorio d’Israele (cfr Mt 15,21-28). Ella gli chiede di liberare sua figlia, tormentata da un demonio, ma il Signore non le presta ascolto. Lei insiste, e i discepoli gli consigliano di esaudirla perché la smetta, ma Gesù spiega che la sua missione è destinata ai figli d’Israele, e usa questa immagine: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». E la donna, coraggiosa, risponde: «È vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le dice: «“Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita» (vv. 26-28). Bella storia questa! E questo è successo a Gesù.

Vediamo che Gesù cambia il suo atteggiamento, e a farlo cambiare è la forza della fede di quella donna. Soffermiamoci allora brevemente su questi due aspetti: il cambiamento di Gesù e la fede della donna.

Il cambiamento di Gesù. Egli stava rivolgendo la sua predicazione al popolo eletto; poi, lo Spirito Santo avrebbe spinto la Chiesa ai confini del mondo. Ma qui avviene, potremmo dire, un’anticipazione, per cui, nell’episodio della donna cananea, già si manifesta l’universalità dell’opera di Dio. È interessante questa disponibilità di Gesù: di fronte alla preghiera della donna “anticipa i piani”, davanti al suo caso concreto diventa ancor più condiscendente e compassionevole. Dio è così: è amore, e chi ama non resta rigido. Sì, resta fermo, ma non rigido. Non resta rigido sulle proprie posizioni, ma si lascia smuovere e commuovere; sa cambiare i suoi programmi. L’amore è creativo, e noi cristiani, se vogliamo imitare Cristo, siamo invitati alla disponibilità del cambiamento. Quanto bene fa nei nostri rapporti, ma anche nella vita di fede, essere docili, prestare davvero ascolto, intenerirci in nome della compassione e del bene altrui, come Gesù ha fatto con la Cananea. La docilità per cambiare. Cuori docili per cambiare.

Guardiamo allora alla fede della donna, che il Signore loda, dicendo che è «grande» (v. 28). Ai discepoli sembra grande solo la sua insistenza, ma Gesù vede la fede. Se ci pensiamo, quella donna straniera probabilmente conosceva poco, o per nulla, le leggi e i precetti religiosi di Israele. In che consiste allora la sua fede? Essa non è ricca di concetti, ma di fatti: la Cananea si avvicina, si prostra, insiste, intrattiene un dialogo serrato con Gesù, supera ogni ostacolo pur di parlargli. Ecco la concretezza della fede, che non è un’etichetta religiosa, ma un rapporto personale con il Signore. Quante volte si cade nella tentazione di confondere la fede con un’etichetta! La fede della donna non è fatta di galateo teologico, ma di insistenza: bussa alla porta, bussa, bussa; non è fatta di parole, ma di preghiera. E Dio non resiste quando è pregato. Perciò ha detto: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto» (Mt 7,7).

Fratelli e sorelle, alla luce di tutto questo possiamo farci alcune domande. A partire dal cambiamento di Gesù, per esempio: io sono capace di cambiare opinione? So essere comprensivo, e so essere compassionevole o rimango rigido sulle mie posizioni? Nel mio cuore c’è qualche rigidità? Che non è fermezza: la rigidità è brutta, la fermezza è buona. E a partire dalla fede della donna: com’è la mia fede? Si ferma a concetti e parole, o è veramente vissuta, con la preghiera e le azioni? So dialogare con il Signore, so insistere con Lui, o mi accontento di recitare qualche bella formula? La Madonna ci renda disponibili al bene e concreti nella fede»» (Francesco, Angelus, 20-8-2023).

 

Essendo temi davvero complessi e scottanti, resto disponibile a venire incontro alle vostre domande e a eventuali dubbi, ma conto appena possibile di spedirvi qualche riflessione sulla virtù della fede.