La Prima Lettura della s. Messa di oggi (cap. 16 dell’Esodo) ci fa riflettere sul vero scopo della Pasqua ebraica: non una semplice liberazione politica da una schiavitù materiale, ma un passaggio ben più profondo, anzi una uscita che richiedeva e comportava una maturazione, una crescita ben più rilevante e impegnativa. La vera intenzione del Signore non era far uscire gli ebrei dall’Egitto, ma l’Egitto dagli ebrei: quindi un cambiamento di mentalità, una liberazione interiore.
«Lectio Divina
L’arte di educare
Lettura
Il popolo, nel deserto, privo di ogni sicurezza umana, cerca pane e non ne trova. Qui, il ricordo della falsa stabilità vissuta in Egitto diventa tentazione “stavamo meglio quando stavamo peggio!”, e motivo di mormorazione contro Mosè, che ha infervorato tanti facendo nascere il desiderio di libertà: “Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine”. Ogni genitore ed educatore è chiamato a condurre i figli fuori della morsa dei bisogni primari. Non è facile!
Meditazione
Quando una lettura torna più volte in un mese non è una ripetizione, ma una indicazione che quel messaggio deve essere meglio “ruminato” ed assimilato. Anche Gesù è un educatore che cerca di mettere i discepoli sulle condizioni che rendono feconda la Parola: il seme è potente, ma quanta accoglienza c’è nei cuori perché quella Parola possa trovare piena maturazione ed attuazione? La memoria dei santi Gioacchino ed Anna ci porta in una casa povera, dove si prepara la vita di Maria, la Madre del Signore, ancora bambina. Nulla sappiamo di certo, ma la devozione ai santi Genitori ci rende sicuri che tutto ciò che è grande, all’inizio era una realtà piccola da informare e formare, e che l’arte di educare rimane la sfida più grande che un uomo e una donna possano raccogliere e lanciare verso il futuro. Dopo l’automatismo della fecondazione e della gestazione, comincia un tempo prezioso e gravido di conseguenze, che si chiama “educazione”, fatto di sguardi, di parole, di silenzi, di riti da celebrare, passaggi da sottolineare, di accompagnamento per chi si affaccia alla vita in modo inerme. Maria di Nàzaret è stata alla scuola dei suoi genitori, come ognuno di noi, e da essi ha ricevuto l’imprinting dell’umano, il sapore della vita, l’iniziazione ai misteri collegati all’esistere in questo mondo. Nell’educazione, come nei verbi della parabola, ci sono terreni da arare, attese da vivere, apprensioni da soffrire, sassi da raccogliere e rovi da tagliare. Cultura viene da “coltura” e richiama tutta la fatica e la sapienza del contadino, che semina con munificenza, guarda, veglia, attende, interviene, fatica, mette a dimora, innaffia, toglie le erbacce, mette sostegni e tutori a piante ancora deboli. Il futuro del mondo è nelle mani di genitori e educatori!
Preghiera:
Risveglia Signore nei coniugi cristiani la follia di generare e la sapienza di educare. Fa’ che non si scoraggino mai, e che vedano nei propri figli il “seme” che tu hai gettato nel terreno della loro vita insieme, un terreno che va arato e concimato con l’amore, la generosità e la responsabilità perché possa fruttificare secondo la tua volontà.
Agire:
Metto in atto un gesto di riconoscenza nei confronti dei miei genitori, vivi o defunti» (Aiello Arturo, L’arte di educare, in Messa meditazione 2023, luglio-agosto, pp. 218-219).
Mi colpisce molto ciò che afferma monsignor Aiello nella “preghiera” riguardo al generare e all’educare. Io penso che una donna comincia ad amare i figli ben prima di concepirli, ben prima di sposarsi, addirittura prima di fidanzarsi. Nella misura in cui sceglie per i propri figli un uomo sapiente o un uomo insipido e mondano già comincerà ad amare i figli o a condannarli ad avere un padre indegno di una missione così alta.
Per quanto riguarda la Prima Lettura, sono sempre più certo che poche cose siano importanti come capire in cosa consista la vera libertà. In particolare, conta comprendere che solo Gesù libera, solo in Gesù c’è la vera libertà. Come per gli Ebrei anche per noi, devono stare sempre insieme gratitudine e memoria.
Non ricordo quante volte vi ho chiesto di pregare. Stasera vi raccomando con una particolare intensità una persona che mi sta molto a cuore, anche per la gratitudine che provo per lei. Ha seri problemi di salute. Chiediamo per lei salute, santità e serenità.