25-07-2023

È iniziata l’ultima settimana di luglio e non vi nascondo una certa mia sofferenza, perché è l’ultima settimana in cui potremo gioire per le riflessioni di monsignor Aiello! Poi ho pensato che, come sempre, ciò che conta è saper fare frutto di ciò che Lui ci dona giorno per giorno. Il pensiero di stasera è, come in precedenza, profondo e incisivo, anche grazie a un linguaggio davvero coinvolgente.

 

«Lectio Divina

Segnati dalla Croce

 

Lettura

Nei momenti di grande angoscia chiediamo al Signore di intervenire, andiamo in ansia come gli Ebrei inseguiti dagli Egiziani. L’entusiasmo della notte della liberazione, in cui erano usciti a braccio alzato, come vincitori, era di appena qualche ora prima, ma si è già dileguato dinanzi al pericolo.

Il popolo che aveva osannato Mosè ora gli si rivolta contro per averlo portato a morire; ed il capo stesso protesta contro Dio: “grida”, perché il piano non sembra funzionare come quando lo hanno messo a punto a tavolino. L’ansia non è buona consigliera e finisce con il dividere le comunità, e le separa anche dai loro condottieri. Questi poi, dal canto loro, si tolgono il colletto da prete e si mimetizzano, perché Dio “promette certo e viene meno sicuro”. Basterebbe un bel miracolo per rimettere tutti d’accordo!

 

Meditazione

“Maestro, da te vogliamo vedere un segno”. Nel vangelo sono gli scribi e i farisei a chiedere un miracolo, quasi come un segno di credibilità per l’insegnamento inusuale del giovane Rabbì; in fondo, si tratterebbe di mostrare una semplice credenziale, come fa ogni ambasciatore che si presenti a corte. “Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane” e ancora: “Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù”. Ricordiamo come anche Satana, nel testo delle Tentazioni, chiede un segno che manifesti chiaramente Gesù come Figlio di Dio, ma il Maestro non trasforma le pietre in pani e non si getta giù dal pinnacolo del tempio (Mt 4,1-11). “Una generazione malvagia e adultera pretende un segno!” ieri come oggi, per avere la patente della fede, per potersi fidare, per mostrare a quelli di fuori che noi siamo dalla parte giusta. Alcuni hanno gridato, chiedendo segni in tempo di pandemia o di conflitto bellico; sarebbe stato troppo bello e troppo semplice, non secondo lo stile di Gesù, che rispetta le vie ordinarie e semina segni di altro tipo, e attende i frutti con la pazienza propria del contadino. “Il segno di Giona” è il Crocifisso perdente, che viene deposto nella tomba con l’epitaffio: “Ormai tutto è finito!”. Ma quel sepolcro irradia luce e profumo da duemila anni: profumo di vita. Non è evidente, non si impone mettendo in ginocchio la razionalità, rimane il vero grande miracolo che ha diviso in due la Storia, ma ha bisogno dell’ausilio della fede. La gente, ancora oggi, cerca fatti sensazionali ed eventi fuori dal normale, mentre non si accorge che la vita stessa è un miracolo continuo.

 

Preghiera:

Liberami, Signore, dalla ricerca del sensazionale e portami a vedere il sorgere del sole che si ripete da milioni di anni, trovando pochi spettatori in sala. Grazie, Signore, per tutti i miracoli che compi ogni giorno in me! Donami occhi capaci di ammirarli e memoria acuta per non dimenticarli mai.

 

Agire:

Se possibile, mi recherò in chiesa e davanti al Crocifisso mi inginocchierò in silenzio, guardandolo e lasciandomi guardare da Lui» (Aiello Arturo, Segnati dalla Croce, in Messa meditazione 2023, luglio-agosto, pp. 204-205).

 

 

Vi consiglio di riflettere sull’entusiasmo (non è una cosa negativa, ma la vera esperienza spirituale si pone del tutto a un altro livello). Poi mi ha “travolto” (positivamente) la battuta sul “togliersi il colletto da prete”. Da ieri sto per una settimana di vacanza in uno dei luoghi più belli del mondo e anche qui mi diverto a non togliere il colletto, anche perché qualcuno, vedendomi, può ricorrere a me, al mio ministero. Se mi vergognassi e mi nascondessi, forse sarebbe più difficile!

Proprio perché sto in uno dei luoghi più belli del mondo (e anche molto fresco!), sono stato molto coinvolto dalle battute sugli “spettatori in sala” e sui miracoli che il Signore compie ogni giorno. Sto vedendo spettacoli della natura che non possono non indurre a lodare Dio e a pensare alla sua infinita Bellezza.

L’ “agire”, poi, è davvero stupendo. Quante volte pensiamo che andare a Messa, pregare, sia un nostro dovere o esigenza o impegno o un momento di ricarica spirituale e invece dovremmo pensare più spesso a ciò che più conta: che Lui ci aspetta, che è contento di vederci, che desidera una sola cosa: entrare nel nostro cuore. Che Dio eterno, onnipotente e creatore faccia quasi dipendere la sua felicità dal mio affetto per Lui non può non sconvolgermi.