Anzitutto voglio ringraziarvi per la costante attenzione e generosità che mostrate verso le mie richieste di preghiera. In realtà, quasi ogni giorno si presentano a me e a voi tanti bisogni, tanto dolore e tante richieste di aiuto. Io cerco di raccogliere tutte le intenzioni e le offro ogni giorno al Signore durante la s. Messa.
Stasera avevo pensato di spedirvi ancora commenti al brano del Vangelo di ieri, ma mi sembra più urgente offrirvi il commento di monsignor Aiello al Vangelo di questo lunedì. Conosco abbastanza bene il Vescovo di Avellino ed è una persona molto mite. Quindi, le parole, che leggerete, bisogna saperle interpretare. Io le leggo soprattutto nell’ottica della fortezza. Se il Signore ha un disegno su di me, devo essere pronto ad affrontare con decisione tutti gli ostacoli che si presentano sul cammino. Certamente occorrono la Grazia, i sacramenti, la preghiera, non dimentichiamo mai che quando lavoriamo per il Bene, il nemico cerca di scoraggiarci e disorientarci in mille modi.
«Lectio Divina
Arruolati dietro la sua croce
Lettura
La tentazione dell’irenismo è dietro l’angolo ogni giorno: la tensione verso un pacifismo becero che è l’annullamento delle differenze e di ogni possibile antitesi. Don Abbondio, ne “I Promessi Sposi”, ne è un monumento già nelle prime battute, quando, recitando il breviario, dà un calcio ad un sasso che era al centro del sentiero. Nella spasmodica ricerca di una falsa pace, si diventa pavidi e si può fare molto male agli altri. Non è vero che “se uno non ha coraggio non se lo può dare”. Allora andiamo a capire perché Gesù è venuto a portare la spada e non la pace!
Meditazione
L’espressione di Gesù all’inizio del vangelo di oggi è un grido di battaglia, una bandiera lanciata al vento, la parola convenuta per iniziare una sommossa: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma la spada”. È un grido che scoraggia i pavidi e infiamma i cuori che sono disposti a tutto pur di seguire il Maestro sulle strade del Regno. Altrove nel Vangelo, questo grido è accompagnato dall’immagine del fuoco: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che divampasse!” (cfr. Lc 12,49): è la fiamma che arde e brucia il Cuore del Salvatore e che da Lui, come una “liturgia di lucernario”, passa nel cuore dei discepoli e, attraverso di essi, si trasmette a tanti. I Santi hanno sentito un fuoco bruciare nei loro cuori, e sono partiti per mille avventure dietro il vessillo della Croce. In un mondo che rischia di morire assiderato, cercasi uomini e donne che, come fiaccole viventi, riaccendano amore e speranza. Chi segue Gesù non ha dove posare il capo, non si rannicchia in un quartiere generale tenendosi lontano dalla mischia, ma è lanciato in una guerra dove i nemici sono anche “quelli di casa”, che calunniano, che tradiscono, che denunciano.
La spada della Parola taglia e divide anche dagli affetti più significativi, quando è in lizza l’adesione a Gesù e alla Chiesa. L’esercito dei discepoli non prevede accampamenti lontano dai campi di battaglia, non è per i paurosi e gli amanti delle pantofole e della vita comoda, non contempla arretramenti e defezioni. Il Signore chiede a ognuno di noi di seguirlo senza riserve, con radicalità e coraggio. Non ammette scuse e accomodamenti, ma a Lui non sfugge nulla, e premia ogni gesto che facciamo con amore per Lui, anche il più piccolo e insignificante, come un bicchiere d’acqua.
Preghiera:
“L’amarezza della Chiesa sotto la sferza dei tiranni è amara; nelle lacerazioni e nelle lotte degli eretici è più amara, ma quando essa è in pace è amarissima” (san
Bernardino da Siena). Donaci, Signore, la vera pace, quella che nasce dalla lotta, donaci di annunciare la tua Parola che nasce dalla spada.
Agire:
Penso a tutti i “combattimenti” in cui sono immerso nella vita: mi impegno a restare sul campo di battaglia senza disertare. Rammento che io sono solo un povero soldato, sul quale, però, veglia lo sguardo del Capitano» (Aiello Arturo, Arruolati dietro la sua croce, in Messa meditazione 2023, luglio-agosto, pp. 155-156).
È molto bello vivere combattere sotto lo sguardo del Capitano. Ho apprezzato molto il riferimento al mio romanzo preferito. È molto importante la battuta sull’irenismo, piaga molto simile al buonismo (cfr. pensiero del 1° luglio).
Credo che il pensiero di oggi abbia bisogno di una riflessione prolungata e serena.