Pensiero serale 04-07-2023

Poco fa ho letto un commento molto bello alla pagina del Vangelo della s. Messa di oggi (Mt 8,23-27). Il suo autore ve l’ho fatto conoscere nella primavera dello scorso anno. In quel periodo vi spedii il suo commento alla parabola del figliuol prodigo (come spesso sto facendo, ripeto che chi in quel periodo non riceveva ancora i miei pensieri serali, mi può richiedere tale commento a Lc 15. In questo caso, però vi prego di darmi il vostro indirizzo di posta elettronica, perché si tratta di un commento piuttosto lungo).

 

 

«Lectio Divina

La quiete dopo la tempesta Mt 8,23-27

 

Lettura:

Con il brano evangelico di oggi, prosegue la lettura continua del capitolo 8 di Matteo, interrotta ieri per la festa dell’apostolo Tommaso. Nella prima metà di questo capitolo troviamo diverse guarigioni: il lebbroso, il servo del centurione, la suocera di Pietro e tanti altri. Dopo questi eventi, Gesù sente la necessità di passare all’altra riva del lago. Anche lì c’è qualcuno che lo attende, bisognoso di Lui. Prima di questa traversata, però, due personaggi – uno scriba e un discepolo – esprimono a Gesù il loro desiderio di seguirlo, ma il Maestro fa comprendere loro che la sequela del Vangelo è una cosa seria e, soprattutto, esclusiva: non può essere subordinata a nulla, anche fosse l’andare a seppellire il proprio padre.

 

Meditazione:

Le guarigioni che Gesù aveva appena compiuto hanno entusiasmato i discepoli e la folla, che faceva ressa e osannava il Maestro. Ma le parole sulla esclusività e la totalità della sequela hanno riportato con i piedi per terra anche gli Apostoli: ora malvolentieri lo seguono sulla barca. Iniziano a remare, muti come scolari costretti ad interrompere la ricreazione. Gesù, a poppa, chiude gli occhi e passa in rassegna i fotogrammi della giornata, poi il rollio della barca lo riporta al dondolio della culla quand’era bambino, e si addormenta. Il vento cambia all’improvviso, caduto sul lago chissà da quale altezza, scuote le acque e fa biancheggiare le onde. I pescatori si allertano e gonfiano i muscoli sui remi per governare la barca, ma imbarcano acqua. “Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva”. Il suo volto tranquillo dovrebbe rassicurarli, e invece li indispettisce ulteriormente e per svegliarlo gli gridano: “Salvaci, Signore, siamo perduti!”.  Quando tutto sembra calmo, si alza la tempesta in famiglia e nel cuore, e ciò che era stabile diventa incerto e ciò che era chiaro s’appanna. Il vento della tentazione, o quello della delusione, come un lupo, ulula in cerca di preda, la paura giunge puntuale: d’essere abbandonato, d’essere solo un uomo, d’essere perduto. Dovrebbe bastarmi la sua Presenza silenziosa, il suo respiro cadenzato dal sonno, a fronte del mio, affannoso e turbolento. Ma non mi basta la fede, cerco appigli ed evidenze, come un bambino sorpreso dalle ombre del buio. “Perché avete paura, gente di poca fede?”. Se mi affido a Lui, “che perfino i venti e il mare gli obbediscono”, quale tempesta della vita potrà mai ingoiarmi? In Lui trovo la bonaccia nel tumulto dei miei giorni, delle mie paure e delle mie preoccupazioni.

 

Preghiera:

La paura, Signore, rende più dure le prove, come una belva, agita il cuore e disegna scenari d’orrore. Vorrei lasciarti dormire, “vivere davanti a te senza di te”, ma perdona la mia poca fede e riporta la quiete nel mio cuore dopo la tempesta.

 

Agire:

Oggi invierò un messaggio – anche sms o whatsapp – a chi so che è particolarmente provato in questo momento» (Arturo Aiello, La quiete dopo la tempesta, in Messa meditazione 2023, luglio-agosto, pp. 67-68).

 

 

È evidente che il Vescovo di Avellino nel titolo si rifa’ alla poesia composta da Leopardi nel 1829. Ognuno di noi ha vissuto (o vive o vivrà) vere e proprie tempeste e tutti noi cerchiamo un po’ di quiete. Sono evidenti i collegamenti col Vangelo di ieri (il tema della fede) con quello di domenica scorsa (mi colpisce molto dove descrive come dev’essere la sequela di Gesù). Poi c’è ancora il tema della paura (al centro del brano del Vangelo di domenica 25 giugno: Mt 10,26-33). Mi sembra proprio che il Signore ci mandi vari segnali per farci progredire in alcuni punti decisivi della vita spirituale. Sono molti forti i cenni al lupo e alla “belva”. Non ho potuto non pensare a 1Pt 5,8 (spero che sempre più numerosi recitiate la Liturgia delle Ore; in questo caso, la Compieta).

Infine, è di grande concretezza e attualità il suggerimento presente nell’ultima frase, quella dedicata all’ “agire”.

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