Oggi – festa di san Tommaso apostolo – siamo invitati ovviamente a riflettere sulla fede. Mi rendo conto che non è facile credere, per tanti motivi. Ecco le riflessioni di padre Ronchi.
«Dall’incredulità all’estasi, questo è il cammino di Tommaso, e di quella parte di noi che ancora non si arrende alla risurrezione e all’invisibile. Tommaso vuole delle garanzie, perché ha capito una cosa: se Gesù è vivo, la sua vita cambia. Se Gesù è vivo, allora il vangelo è vero. E il vangelo prende tutta la vita. E Gesù non lo rimprovera, ma gli dice: “Guarda, metti, tocca”, perché Gesù non è un fantasma. Non è la proiezione dei miei desideri, non è un frutto immaginato dal mio cuore, non è il figlio di una illusione. C’è un foro nelle sue mani, dove il dito di Tommaso può entrare; c’è un colpo di lancia, dove una mano può entrare.
E io dico grazie a Tommaso perché anch’io ho bisogno che Gesù non sia un fantasma. E nella mano di Tommaso ci sono tutte le nostre mani. Di noi che crediamo senza aver toccato, ma perché altri hanno toccato. Lo dice con fierezza Giovanni: “Ciò che le nostre mani hanno toccato del Verbo della vita, questo, e solo questo, noi vi annunciamo” (cfr. 1Gv, 1, 1-3).
Fede di mani che ha attraversato il cuore. La via per credere Tommaso non la ricerca in qualche segno di potenza, ma semplicemente nelle piaghe: il foro delle mani, il costato aperto, immagine inebriante dell’amore di Dio. E comincia con Tommaso la storia degli innamorati delle ferite di Cristo, come Francesco d’Assisi o Caterina da Siena o altri più vicini a noi» (Ermes M. Ronchi).
Questo commento mi sembra bello per vari motivi. Mi colpisce molto l’inizio. Lo interpreto in questo modo: passare dall’ateismo alla fede è abbastanza inutile e sterile, se non cambiamo del tutto il modo di pensare, di vivere, se non rivisitiamo radicalmente i nostri progetti e la nostra gerarchia dei valori. Questo significa: “se Gesù è vivo, prende tutta la vita”.
Voglio evidenziare che Tommaso sbagliò certamente verso Gesù, ma anche verso gli apostoli; doveva fidarsi di ciò che gli avevano detto gli apostoli. Del resto, la nostra fede dopo 2.000 anni si poggia ancora sulla predicazione e sulla testimonianza degli apostoli. Scindere Cristo e Chiesa è tanto frequente, quanto devastante (tra l’altro non posso pensare di amare una persona se non amo il suo corpo; e la Chiesa è esattamente il Corpo di Gesù).