Venerdì scorso vi detti un pensiero di sant’Agostino e riconobbi la mia incapacità di commentarlo. Ciò che vi do stasera davvero mi sovrasta, mi lascia quasi senza fiato. Forse alcuni già lo conoscono. L’autore è un monaco, abate, teologo, vescovo, santo e dottore della chiesa. È vissuto poco meno di 1.000 anni fa. Certi cattivi maestri ci hanno spesso fatto pensare che il Medioevo sia un’epoca buia. Io il buio lo vedo nell’Illuminismo, nel pensiero debole e in tanto nichilismo tipici della cultura contemporanea.
«Orsù, misero mortale, fuggi via per breve tempo dalle tue occupazioni, lascia per un po’ i tuoi pensieri tumultuosi. Allontana in questo momento i gravi affanni e metti da parte le tue faticose attività. Attendi un poco a Dio e riposa in lui. Entra nell’intimo della tua anima, escludi tutto tranne Dio e quello che ti aiuta a cercarlo, e, richiusa la porta, cercalo. O mio cuore, di’ ora con tutto te stesso, di’ ora a Dio: Cerco il tuo volto. “II tuo volto, Signore, io cerco” (Sal 26, 8). Orsù dunque. Signore Dio mio, insegna al mio cuore dove e come cercarti, dove e come trovarti. Signore, se tu non sei qui, dove cercherò te assente? Se poi sei dappertutto, perché mai non ti vedo presente? Ma tu certo abiti in una luce inaccessibile. E dov’è la luce inaccessibile, o come mi accosterò a essa? Chi mi condurrà, chi mi guiderà a essa sì che in essa io possa vederti? Inoltre con quali segni, con quale volto ti cercherò? O Signore Dio mio, mai io ti vidi, non conosco il tuo volto. Che cosa farà, o altissimo Signore, questo esule, che è così distante da te, ma che a te appartiene? Che cosa farà il tuo servo tormentato dall’amore per te e gettato lontano dal tuo volto? Anela a vederti e il tuo volto gli è troppo discosto. Desidera avvicinarti e la tua abitazione è inaccessibile. Brama trovarti e non conosce la tua dimora. Si impegna a cercarti e non conosce il tuo volto. Signore, tu sei il mio Dio, tu sei il mio Signore e io non ti ho mai visto. Tu mi hai creato e ricreato, mi hai donato tutti i miei beni, e io ancora non ti conosco. Io sono stato creato per vederti e ancora non ho fatto ciò per cui sono stato creato. Ma tu, Signore, fino a quando ti dimenticherai di noi, fino a quando distoglierai da noi il tuo sguardo? Quando ci guarderai e ci esaudirai? Quando illuminerai i nostri occhi e ci mostrerai la tua faccia? Quando ti restituirai a noi? Guarda, Signore, esaudiscici, illuminaci, mostrati a noi. Ridonati a noi perché ne abbiamo bene: senza di te stiamo tanto male. Abbi pietà delle nostre fatiche, dei nostri sforzi verso di te: non valiamo nulla senza te. Insegnami a cercarti e mostrati quando ti cerco: non posso cercarti se tu non mi insegni, né trovarti se non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti» (Sant’Anselmo, Proslògion, 1.)
Vi segnalo anche questa preghiera.
O Dio, Tu hai ispirato a Sant’Anselmo un ardente desiderio di trovare Te nella preghiera e nella contemplazione, in mezzo al frastuono delle occupazioni umane, aiutaci a dedicare del tempo, uscendo dal ritmo frenetico delle nostre giornate, e dalle preoccupazioni e impegni della vita, per entrare in colloquio con Te, nostra unica speranza di salvezza. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.