Sono sicuro che poche realtà come l’amicizia stanno a cuore a ogni persona e sono altrettanto certo che abbiamo le esperienze più diverse dei vari rapporti umani e abbiamo le idee più disparate su cosa sia “amicizia”. Io – pur nella mia mediocrità e miseria spirituale – cerco di impostare la mia vita secondo criteri ben precisi, i quali forse, in estrema sintesi, si possono ridurre a due parole (che sono ben più che semplici parole): “Cristo” e “morale”. A livello di discipline teologiche: Cristologia e Teologia Morale. Penso che ogni riflessione, ogni criterio di giudizio, per essere serio, debba ricondursi a Gesù e all’etica. Ciò, a mio parere, vale anche per l’amicizia. Insomma, io non credo che un’amicizia sia degna di tale nome, se al centro non c’è Gesù, l’amore per Lui e almeno il tentativo di vivere i veri valori e le vere virtù morali. Sono altrettanto certo che il Cristianesimo per una persona non è neanche cominciato fin quando non si fa esperienza di Gesù come Amico. Va precisato pure che non è possibile una vera amicizia con Gesù, se non c’è un vero impegno morale (in base a ciò che papa Wojtyla ci ha insegnato in “Veritatis splendor”). Solo se con Gesù vivo una vera amicizia, poi potrò impostare buone relazioni con le altre persone. Ovviamente è pura illusione pensare di avere amicizia con Gesù, se poi ciò non incide nei nostri rapporti con gli altri.
Tutto questo vale anche per il rapporto uomo-donna, per il fidanzamento e il matrimonio. Nessuna di queste relazioni è davvero bella, felice e feconda, se non è radicata nell’amicizia con Gesù. Se i giovani e gli adulti capissero ciò ed educassero i figli in tal modo, forse non ci sarebbero tanti “single sposati”. Per chi ha dimenticato il significato di questa mia espressione, ricordo che intendo riferirmi ai “separati in casa”, a quei poveri coniugi che non arrivano alla separazione, ma vivono “esistenze parallele”.
Questa è una “piccola introduzione” a una bellissima riflessione (a me pare più una preghiera) sull’amicizia con Gesù (prendendo spunto dal brano del Vangelo della festa di oggi, che ovviamente vi esorto a meditare: Gv 15,9-17).
«Signore Gesù, voglio essere tuo amico. Non guardare ai miei meriti, ma solo al tuo cuore misericordioso. Sarò tuo amico solo se tu non cesserai di guardarmi con amore di predilezione, perdonando il mio peccato.
Signore Gesù, voglio essere tuo amico. So che tu hai bisogno di collaboratori liberi e gioiosi, e io voglio essere uno di questi. Libera il mio cuore da ogni vincolo di peccato e rendilo capace di amare come tu mi hai amato e mi ami sempre.
Signore Gesù, voglio essere tuo amico: uno dei tuoi prediletti perché mi hai detto e confidato tutto quello che avevi nel cuore, perché mi hai donato tutto quello che il tuo cuore può donare, perché mi hai introdotto nei segreti del tuo amore verso il Padre.
Signore Gesù, voglio essere tuo amico, perché ho ancora molto da imparare da te e tu hai ancora molte cose da confidarmi e da consegnarmi. Potrò dire di essere tuo amico, solo quando mi avrai totalmente conformato a te, totalmente immedesimato al Padre» (ZEVINI GIORGIO – CABRA PIER G., Lectio divina per ogni giorno dell’anno, Proprio dei santi – I (gennaio-giugno) vol. 16, Queriniana, Brescia 2001, pag. 242).