Stasera vi spedisco due testi, molto diversi, che ci aiutano a meditare su Gesù Buon Pastore.
«Questa domenica è dedicata a Gesù Buon Pastore. Nel Vangelo odierno (cfr Gv 10,11-18) Gesù dice: “Il buon pastore dà la propria vita per le pecore” (v. 11) e insiste su questo aspetto, tanto da ripeterlo per ben tre volte (cfr vv. 11.15.17). Ma in che senso, mi domando, il pastore dà la vita per le pecore?
Essere pastore, specialmente al tempo di Cristo, non era solo un mestiere, era tutta una vita: non si trattava di avere un’occupazione a tempo, ma di condividere le intere giornate, e pure le nottate, con le pecore, di vivere – vorrei dire – in simbiosi con loro. Gesù infatti spiega di non essere un mercenario, a cui non importa delle pecore (cfr v. 13), ma colui che le conosce (cfr v. 14): Lui conosce le pecore. È così, Lui, il Signore, pastore di tutti noi, ci conosce, ognuno di noi, ci chiama per nome e, quando ci smarriamo, ci cerca finché ci ritrova (cfr Lc 15,4-5). Di più: Gesù non è solo un bravo pastore che condivide la vita del gregge; Gesù è il Buon Pastore, che per noi ha sacrificato la vita e, risorto, ci ha dato il suo Spirito.
Ecco cosa vuole dirci il Signore con l’immagine del Buon Pastore: non solo che Lui è la guida, il Capo del gregge, ma soprattutto che pensa a ciascuno di noi, e ci pensa come all’amore della sua vita. Pensiamo a questo: io per Cristo sono importante, Lui mi pensa, sono insostituibile, valgo il prezzo infinito della sua vita. E questo non è un modo di dire: Lui ha dato veramente la vita per me, è morto e risorto per me. Perché? Perché mi ama e trova in me una bellezza che io spesso non vedo.
Fratelli e sorelle, quante persone oggi si ritengono inadeguate o persino sbagliate! Quante volte si pensa che il nostro valore dipenda dagli obiettivi che riusciamo a raggiungere, dal successo agli occhi del mondo, dai giudizi degli altri! E quante volte si finisce per buttarsi via per cose da poco! Oggi Gesù ci dice che noi per Lui valiamo tanto e sempre. E allora, per ritrovare noi stessi, la prima cosa da fare è metterci alla sua presenza, lasciarci accogliere e sollevare dalle braccia amorevoli del nostro Buon Pastore. Fratelli, sorelle, chiediamoci dunque: so trovare ogni giorno un momento per abbracciare la certezza che dà valore della mia vita? So trovare un momento di preghiera, di adorazione, di lode, per stare alla presenza di Cristo e lasciarmi accarezzare da Lui? Fratello, sorella, il Buon Pastore ci dice che se lo fai, riscoprirai il segreto della vita: ricorderai che Lui ha dato la vita per te, per me, per tutti noi. E che per Lui siamo tutti importanti, ognuno di noi e tutti. La Madonna ci aiuti a trovare in Gesù l’essenziale per vivere» (FRANCESCO, Regina caeli, 21-4-2024).
«“Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla … Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me” (Sal 23, 1.4). Il vero pastore è Colui che conosce anche la via che passa per la valle della morte; Colui che anche sulla strada dell’ultima solitudine, nella quale nessuno può accompagnarmi, cammina con me guidandomi per attraversarla: Egli stesso ha percorso questa strada, è disceso nel regno della morte, l’ha vinta ed è tornato per accompagnare noi ora e darci la certezza che, insieme con Lui, un passaggio lo si trova. La consapevolezza che esiste Colui che anche nella morte mi accompagna e con il suo “bastone e il suo vincastro mi dà sicurezza”, cosicché “non devo temere alcun male” (cfr Sal 23,4) – era questa la nuova “speranza” che sorgeva sopra la vita dei credenti» (BENEDETTO XVI, Spe salvi, 30-11-2007).
Del discorso di papa Bergoglio mi colpisce molto la frase “Quante persone oggi si ritengono inadeguate o persino sbagliate!”.
Apprezzo molto il testo di papa Ratzinger, perché non è spontaneo unire l’immagine di Gesù “Buon Pastore” al dramma della morte. Io meditai questa enciclica e pochi giorni dopo morì mia madre. Potete immaginare la pace, il conforto e la luce che tali parole del Papa donarono al mio cuore.